Tutti appesi al Cavaliere

La Corte costituzionale si pronuncia sulla legittimità della legge elettorale per la Camera, l'Italicum, approvata a colpi di maggioranza durante l'era Renzi

Tutti appesi al Cavaliere

E arrivò il giorno tanto atteso. Oggi la Corte costituzionale si pronuncia sulla legittimità della legge elettorale per la Camera, l'Italicum, approvata a colpi di maggioranza durante l'era Renzi. Già sappiamo che così com'è non va, si tratta di vedere quali modifiche saranno necessarie per poterla utilizzare. Ma in ogni caso non si potrà andare a votare domani perché il presidente Mattarella l'ha detto chiaramente: prima il Parlamento dovrà «armonizzare» questa legge con quella in vigore al Senato (o viceversa) in modo da evitare maggioranze diverse tra Camera e Senato.

Di fatto, quindi, oggi non accade nulla di epocale o decisivo. La decisione della Corte potrà solo spostare di qualche centimetro l'ago della bilancia tra chi vuole allontanare l'appuntamento con le urne (Mattarella, Berlusconi, Gentiloni) e chi invece mette fretta (Renzi, Grillo, Salvini).

Quello che manca è un accordo politico tra le forze principali e pesano le spaccature al loro interno: nel Pd, Gentiloni ha interessi opposti a quelli del suo segretario Renzi e nel centrodestra a Salvini, e alla Meloni, non pare vero di andare alle urne senza Silvio Berlusconi, oggi interdetto ma la cui riabilitazione potrebbe davvero arrivare dalla Corte Europea (è notizia di ieri) entro pochi mesi.

Altro che storie, principi e sceneggiate varie: il vero spartiacque non è la sentenza della Consulta di oggi, ma la concreta possibilità che Silvio Berlusconi possa essere personalmente nella partita elettorale.

Da questo discenderà il potere contrattuale di Forza Italia con gli alleati (primarie, non primarie) con questo Renzi dovrà fare i conti come è accaduto nella campagna referendaria, su questo sarà contrattata la nuova legge elettorale in modo più o meno proporzionale.

Non so se a sua insaputa o suo malgrado, ma ancora una volta come negli ultimi vent'anni tutto ruota, a destra come a sinistra, attorno a una domanda: che diavolo farà Silvio Berlusconi. Già, che farà?

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