Uccide il figlio e vine scarcerato: la moglie torna a vivere con lui

Massimo Maravalle soffocò il figlio adottivo di 5 anni "in preda a un delirio paranoide e persecutorio". Patrizia Silvestri: "L’ho perdonato, non era lui in quel momento"

Uccide il figlio e vine scarcerato: la moglie torna a vivere con lui

Uccide il figlio, viene scarcerato, ottiene il perdono della moglie e torna a vivere con lei. È questa la storia di Patrizia Silvestri, avvocata di Pescara, e del marito Massimo Maravalle che lo scorso anno uccise il figlio adottivo di 5 anni.

Il delitto avvenne durante la notte tra il 17 e il 18 luglio 2014, quando l'uomo raggiunse il piccolo Maxim addormentato nella sua cameretta e lo soffocò. Poi tentò di uccidere anche la moglie. Ma dopo 14 mesi di carcere l'uomo è stato dimesso dall'ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, in provincia di Caserta. Per i giudici Maravalle, in cura psichiatrica per psicosi, non era in grado di intendere e volere.

La nuova perizia dello psichiatria bolognese Renato Ariatti ha stabilito che in questa fase Maravalle non è socialmente pericoloso a patto che segua spontaneamente le cure e assuma con regolarità i farmaci prescritti. La certezza assoluta che l’informatico pescarese segua le prescrizioni, però, non c’è.

E così il gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, ha disposto per lui l’applicazione della misura della libertà vigilata. "L’ho perdonato, non era lui in quel momento. Ora proviamo a ricominciare insieme. Quella sera non era lui", ha affermato la moglie.

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