La corsa ai vaccini è iniziata ormai diversi mesi fa. Tutti i Paesi, europei e non solo, hanno iniziato le vaccinazioni. È in corso una gara contro il tempo per vaccinare quante più persone possibili rapidamente, in modo tale da impedire al virus di variare e di adattarsi, diventando di fatto resistente al vaccino. L'Italia, dopo un inizio incerto, vanta il primato di Paese Ue con maggiore quantità di dosi somministrate ma da qualche giorno ha dovuto rallentare la sua corsa, perché i vaccini sono in esaurimento e Pfizer ha annunciato una riduzione della distribuzione. La necessità del pianeta di avere il vaccino in tempi decisamente rapidi ha posto di fatto le case farmaceutiche in una posizione di forza. L'Unione Europea ha deciso di muoversi "come un sol uomo" e i 27 Paesi hanno acquistato le dosi tramite Bruxelles ma la Commissione europea, come spiega Il Messaggero, ha dovuto sottostare ad alcune condizioni imposte dalle sei case farmaceutiche dalle quali sono stati acquistati i vaccini.
Tra tutte le condizioni c'era la non garanzia di avere le dosi richieste entro i tempi stabiliti perché non è stato garantito il risultato. È il caso di Sanofi, per esempo, che ha comunicato la fine delle sperimentazioni sul vaccino per gli ultimi mesi del 2021. AstraZeneca ha avuto problemi che ne hanno ritardato la distribuzione di diverse settimane. In realtà esiste un vincolo sulle forniture, che impegna le case farmaceutiche a fornire tot dosi di vaccino entro un determinato periodo ma a quanto pare questo vincolo non è così ferreo e lo sta dimostrando Pfizer, che avrebbe dovuto consegnare 8.749.000 dosi entro il 31 marzo e altre 8.076.00 entro il 30 giugno. Invece ha già annunciato che nelle prossime settimane ci sarà una rimodulazione al ribasso del 29% complessivo per le dosi spettanti all'Italia. Questo perché "ha totale libertà di scelta nella cadenza degli invii", scrive Il Messaggero. "A fronte delle 562.770 dosi previste, ne verranno consegnate 398.800", ha dichiarato ieri il commissario Domenico Arcuri.
La riduzione delle dosi porta con sé un altro aspetto arbitrario da parte di Pfizer, che sta scegliendo discrezionalmente quali sono i centri vaccinali che devono ricevere meno dosi e quanti ne devono ricevere di più. Per preservare la catena del freddo, la casa farmaceutica si occupa direttamente della distribuzione delle dosi presso i centri di somministrazione ma questo comporta la mancanza di controllo totale da parte delle istituzioni italiane. Ora come ora, la politica Pfizer prevede che, per esempio, Umbria e Abruzzo non abbiano significative riduzioni delle dosi, che invece sono decimate nel Lazio (-25%) ma anche in Veneto e in Friuli Venezia Giulia, dove sono state dimezzate. In questo modo si crea un problema rilevante per la somministrazione della seconda dose dei vaccini, perché se il Lazio (dove ieri è iniziato il secondo giro), pensa di attingere alle scorte allocate, corrispondenti al 30% delle dosi ricevute, ci sono regioni che potrebbero avere ben più di qualche problema. "È inaccettabile: penso serva un riequilibrio, dove il taglio venga spartito in modo equanime nel Paese. Ho sentito Pfizer, mi dicono che dalla settimana successiva si dovrebbe tornare alla fornitura normale, ma se non abbiamo certezze il rischio è che dovremo decidere di rallentare la campagna vaccinale", ha dichiarato il governatore del Friuli Venezia Giulia, che riceverà il 54% in meno delle dosi.
Ospite a Domenica In, a Domenico Arcuri è stato chiesto se la penalizzazione dell'Italia e dell'Europa sia conseguente al fatto che
ci siano Paesi, come gli Emirati e gli Usa, che pagano di più. La risposta del commissario, per quanto non esplicita, è stata molto chiara: "Non posso rispondere, le posso fare un sorriso...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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