Il Vaticano avrebbe in qualche modo sposato la piattaforma culturale della comunità LGBT. L'accusa, questa volta, arriva dal mondo tradizionalista. Un articolo a firma di Francesco Agnoli su La Nuova Bussola Quotidiana - infatti - mette in rilievo come alcuni settori comunicativi della Santa Sede starebbero dando maggiore spazio ai network e ai messaggi della comunità LGBT rispetto ai temi tipici della famiglia tradizionale. E Agnoli disegna un parabola giornalistica che sarebbe in grado di svelare le logiche presenti dietro determinate scelte. Nella Santa Sede - per i tradizionalisti- esistono contiguità valoriali, di cui l'articolista non fa soltanto un accenno, le stesse che costituirebbero l'origine di questa mancanza di iniziative a sostegno della famiglia.
Scrive l'ex firma de Il Foglio: "A capo di tutto il sistema comunicativo d’oltretevere, e anche della scelta di Accenture (una multinazionale che sosterrebbe i valori LGBT e che ha realizzato Vatican News, il nuovo portale del Vaticano ndr.) dato che è stata presentata ai giornali proprio da lui, c’è monsignor Dario Edoardo Vigano. Chi è don Viganò?" - si chiede Agnoli - che rilancia: "Effettivamente, quanto alla mondanità, monsignor Viganò non nasconde nulla: non serve fare chissà quali ricerche per trovare decine di foto del monsignore, sempre in ghingheri, accanto a uomini e donne di spettacolo e di mondo. Festival del cinema di Cannes? Viganò presente! Festa del Circolo Canottieri Aniene? Viganò sorridente...". Viganò sarebbe in qualche modo un presenzialista di eventi che i tradizionalisti considerano "mondani". Le "accuse" - però - arrivano a riguardare anche alcune contiguità culturali con la comunità LGBT.
Dario Edoardo Viganò è il Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede dal 27 giugno 2015. Non un uomo di Chiesa qualunque, insomma. E Agnoli lo "attacca" tanto per la presunta "mondanità" quanto per il "grande spazio che concede a personalità che esprimono idee piuttosto contigue all'ideologia LGBT", riferendosi alla scelta di nominare consultore della Segreteria della Comunicazione padre James Martin, un gesuita che si è fatto conoscere anche per le sue aperture al mondo Lesbo, gay, bisex e trasgender, e sottolinenado le ospitate su Interferenze di Pierluigi Diaco, che secondo il vaticanista Marco Tosatti: "È un collega molto noto, che all’inizio di novembre ha celebrato la sua unione civile con il suo partner, e che ha annunciato in maniera molto mediatica la sua omosessualità. Ora, tutto questo non c’entra niente con la sua professionalità, è ovvio". E ancora: "Ma la curiosità resta di sapere come mai fra centinaia di colleghi della radio e della televisione la scelta sia caduta proprio su di lui, che le vicende personali hanno naturalmente trasformato in un’icona della battaglia LGBT", ha scritto l'ex giornalista de La Stampa.
Ma le "critiche" non finiscono qui. Per l'autore dell'articolo - poi - Monsignor Galantino, che è fortemente osteggiato dall'insieme dei "conservatori" della Chiesa cattolica, sarebbe stato nominato segretario generale della Cei proprio perché consigliato da Viganò. E nel calderone dei rapporti "contestati" - infine - finisce persino Emilio Carelli, ex direttore del master in giornalismo della Università Lateranense.
Secondo Agnoli "svariati siti gay" si starebbero auspicando che Carelli faccia "quanto prima, coming out". Il mondo Lgbt - insomma - avrebbe fatto breccia in Vaticano, tanto da relegare la famiglia tradizionale in un ruolo culturalmente secondario. Accuse fortissime e destinate, con ogni probabilità, a far discutere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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