Veneto e Friuli, è caccia alle pasticche di iodio "anti-nucleare"

Dopo Belgio e Svizzera, anche in Italia è corsa alle pasticche di iodio contro le radiazioni nucleari: in Veneto e Friuli le richieste maggiori. "Assumerle è sbagliato e dannoso", ecco la risposta degli endocrinologi

Veneto e Friuli, è caccia alle pasticche di iodio "anti-nucleare"

La psicosi di una guerra nucleare è arrivata anche in Italia: dopo il boom di richieste per acquistare un bunker, adesso c'è la corsa all'acquisto di pillole di iodio contro le radiazioni. Se in Svizzera, come abbiamo visto sul Giornale.it, è il governo elvetico stesso ad aver pubblicato una serie di linee guida che prevedono anche rifornimenti di compresse di iodio "utili per arginare i danni provocati da emissioni radioattive", in Italia quest'allarme non c'è ma alcune Regioni sembrano seguire l'esempio svizzero.

Cosa succede in Veneto

È lo strano caso degli abitanti di alcune province venete: a Padova, ad esempio, c'è una "massiccia richiesta da parte dei cittadini dello ioduro di potassio che dovrebbe prevenire l'assorbimento delle radiazioni nucleari", ha affermato al Messaggero Andrea Collesei, rappresentante dei farmacisti non titolari di Padova, che torna indietro con la memoria a quanto accadde con il disastro Chernobyl. "I nostri pazienti sono molto spaventati, c'è anche chi chiede integratori con iodio". Molte persone, oltre agli integratori, chiedono direttamente il farmaco ma, tranne per alcune condizioni specifiche, "non c'è nessuna indicazione" all'uso di questa sostanza "ed è più che sufficiente l'uso del sale iodato in cucina per mantenere un buon livello di iodio", ha tranquillizzato la dottoressa Francesca Dall'Acqua.

Insomma, basterebbe il comune sale da cucina per vivere tranquilli ma le continue immagini di guerra, morti e centrali nucleari fa immaginare ad alcuni i peggiori scenari. La stessa psicosi si registra a Treviso, dove lo stesso presidente dell'Ordine dei farmacisti del capoluogo, Giuseppe Losego, ha affermato di essere pronti a intervenire "distribuendo prodotti a base di iodio" nel caso in cui ci fossero "attacchi nucleari e di propagazione di radiazioni", sottolineando però che "oggi non c'è motivo". In ogni caso, anche una parte dei trevigiani corre all'acquisto della pasticca come succede a Padova.

Psicosi anche in Friuli

Ma non è soltanto un problema veneto: meno diffuso ed esteso, ma anche in Friuli Venezia-Giulia si sta verificando la stessa cosa, con tanta gente spaventata che crede di mettersi al sicuro adottando questo metodo. Addirittura, è stata la stessa Regione a chiedere alle farmacie una ricognizione delle scorte di iodio stabile, non radioattivo. "La nostra risposta - ha precisato il presidente udinese dell'Ordine dei farmacisti, Luca Degrassi - dovrà arrivare entro lunedì, non c'è un problema di forniture». Attenzione, perché soltanto in caso di una vera e propria emergenza sanitaria, lo iodio inteso come farmaco può essere preso senza ricetta medica, non al contrario.

Il no degli endocrinologi

Il fai-da-te, comunque, è assolutamnte sconsigliato. "Assumere compresse allo iodio per proteggersi da eventuali radiazioni nucleari è sbagliato e rischioso", ha dichiarato categoricamente ad AdnKronos Franco Grimaldi, presidente dell'Associazione medici endocrinologi (Ame), commentando le notizie di cittadini europei, soprattutto belgi, che hanno fatto scorta di integratori e pillole allo iodio nella convinzione di proteggersi da una eventuale esposizione a sostanze radioattive in caso di attacco da parte delle forze russe alle centrali ucraine. "La tiroide - spiega l'esperto - ha un meccanismo di autoregolazione per cui utilizza lo iodio per produrre gli ormoni tiroidei necessari all'organismo, ma se gli arriva troppo iodio si blocca, si satura", con conseguenze pericolose.

Ecco perché assumere compresse di iodio "senza prescrizione medica è sbagliato", sottolinea. Il prof. Grimando ricorda poi che in Italia non esiste un farmaco commercialmente disponibile a base di ioduro di potassio. Escludendo e condannando il fai da te, l'esperto spiega come sia possibile ridurre i rischi per l'organismo a una eventuale esposizione.

Per proteggere la tiroide, qualche giorno prima dell'esposizione eventuale a sostanze radioattive, con tempi e dosi ben precisi, "si assume una soluzione satura di ioduro di potassio iodio in gocce, questo permette di saturare la tiroide e lo iodio radioattivo che viene dall'esterno non viene assorbito perché appunto la tiroide si è 'bloccata"', conclude.

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