"Venite in Calabria, al Nord ci si ammala": marcia indietro per lo spot choc. Eliminato il passaggio

Eliminato il passaggio choc dallo spot delle spiagge calabresi, dove si invitavano i turisti a non andare nel Nord Italia perché c'è il Covid: il coro di proeste, anche dalla Calabria, è stato quasi unanime per quel messaggio

"Venite in Calabria, al Nord ci si ammala": marcia indietro per lo spot choc. Eliminato il passaggio

Bene o male, purché se ne parli. Era forse questo l'intento dello spot promozionale della Locride, dove si comparavano le spiagge del Nord con quelle del Sud Italia. Se davvero questo era l'obiettivo della campagna, allora è stato centrato in pieno. Da giorni, il breve filmato commissionato dai comuni della Locride sta facendo discutere e, tra le critiche negative per il messaggio lanciato, sta anche mostrando le assolute bellezze di questo tratto costiero dell'estremo meridione italiano. Il problema, però, sono state proprio le polemiche, causate dall'intento comparativo dello spot, dove si esaltava l'incanto della Calabria a discapito del Nord Italia, utilizzando come strumento discriminatorio l'epidemia di Covid.

A grandi linee, il messaggio veicolato era uno: "Venite in vacanza in Calabria, al Nord c'è il Covid". Le immagini d'apertura mostravano alcune delle spiagge settentrionali, dal Veneto alla Liguria, affollate nonostante la necessità di mantenere il distanziamento fisico per contrastare la diffusione del virus. Si faceva riferimento alle "politiche ambientali sanitarie e suicide orientate al business hanno distrutto la sanità e consentito all'inquinamento di esplodere e causato migliaia di morti". L'aggressività dello spot ha fatto andare su tutte le furie moltissimi amministratori locali, primo fra tutti il sindaco di Treviso, Mario Conte, presidente di Anci Veneto: "Vergogna. Non c'è altro commento per questa campagna pubblicitaria che non ha il minimo rispetto di quanto successo al nord in questi mesi. [..] Chi oggi lancia questo spot lucra anche su questo e non porta alcun rispetto per il territorio e per le comunità". Il sindaco di Treviso auspicava il ritiro immediato della campagna con tanto di scuse, sia ai comuni del Nord che ai tantissimi imprenditori del turismo che, in tutta Italia, stanno cercando di salvare il salvabile di una stagione compromessa.

Da un lato, l'ideatore della campagna, il massmediologo Klaus Davi, difendeva la sua creatura: "Tanto rumore per nulla. Lo spot è stato applaudito dai sindaci a Siderno in sede istituzionale. Non figurano da nessuna parte le parole 'malattia' e 'Covid'. Ma in alcune regioni siamo in campagna elettorale e devono lucrare consenso sulla pelle dei calabresi". Dall'altro lato, invece, proprio i sindaci calabresi davano ragione ai loro omologhi del Nord. "Ho ricevuto una telefonata dal vicepresidente vicario di Anci Calabria, Francesco Candia, che ha preso le distanze dallo spot promozionale delle spiagge della costa ionica che offendeva il nord e le sue località", ha dichiarato Mario Conte pochi giorni fa. Anche Federalberghi Calabria si è dissociato dal messaggio lanciato dallo spot dedicato alla costa della Locride, perché "per nulla aderente al pensiero dei cittadini della Riviera dei Gelsomini. Siamo un popolo ospitale e solidale per natura, non ci appariene lo spirito con cui si è prodotto un video di discutibile fattura tecnica e di vacui contenuti".

Il fronte delle polemiche è stato compatto contro lo spot e così è stato deciso di rimuovere la parte iniziale dedicata al Nord Italia.

"In rete rimarrà visibile solo la parte dedicata alle spiagge e ai paesaggi locali mozzafiato", ha riferito Klaus Davi, che ha poi invitato il governatore del Veneto a recarsi in Calabria: "Rinnoviamo l'invito anche al governatore del Veneto Luca Zaia per mostrargli le nostre terre di cui - e gliene va dato atto - nei suoi comunicati ha parlato in modo estremamente elogiativo".

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