Un collega (si fa per dire) di Repubblica, tale Paolo Berizzi, ieri ha scritto che il nubifragio di Verona è una giusta punizione divina per una città ad alto tasso di fascisti. L'assoluta irrilevanza professionale del Berizzi, non nuovo a questo tipo di cretinate, non meriterebbe attenzione se non fosse la spia di che aria davvero gira nel quotidiano che si picca di essere il tempio del riformismo italiano. Si potrebbe obiettare al Berizzi che lavora nel giornale fondato e plasmato dal più fascista dei fascisti dei giornalisti italiani, quell'Eugenio Scalfari che nel suo recente libro di memorie ricorda, con la libertà che hanno solo gli ultranovantenni, che lui fu convintamente fascista e che a un certo punto prese le distanze dal regime perché lo riteneva diventato meno fascista di quanto lui desiderasse.
Povero Berizzi, che si deve fare per avere un po' di notorietà e pure una scorta in quanto «antifascista» che gli tocca giustificare e provare a rinnovare dando del fascista a chiunque gli passi a tiro. Odiare per essere odiati è una tecnica che funziona quando si è mediocri e non si hanno idee o valori da proporre. È quello che fanno gli estremisti di destra e di sinistra, ma anche giornalisti e pseudo intellettuali. Qualcuno deve spiegarmi che cosa vuol dire: «Verona è fascista» e quindi da punire. Forse che la grandine distingue tra fascisti e non fascisti? E poi perché mai un fascista dovrebbe morire sotto un diluvio divino?
Secondo me a Dio gli stanno più sulle palle quei cretini alla Berizzi che i fascisti tutti e quelli veronesi in particolare. E se i fascisti veronesi non si offendessero direi che l'unico fascista di questa storia è il piccolo führer Berizzi con il suo sogno di punire, forse sterminare, la razza veronese in quanto impura.
Ma non cadiamo nella trappola del Berizzi, al cui cospetto il più stupido e invasato di CasaPound è un sincero democratico.
Il problema è il fascismo dell'antifascismo, la violenza di chi si proclama antiviolento, l'immoralità di chi si professa morale.In altre parole è il virus della peggiore cultura di sinistra che la Repubblica, Berizzi dopo Berizzi, diffonde da oltre quarant'anni in questo Paese. Urgono mascherine e distanziamento.
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