Non è l'omosessualità il motivo per cui stanno emergendo scandali relativi ad abusi.
Ne è convinto il cardinale Cupich, che ha risposto così a quei cardinali conservatori che hanno operato un collegamento tra gli episodi resi noti in questi ultimini anni e la presunta diffusione di "comportamenti omosessuali" all'interno degli ambienti ecclesiastici. Siamo ormai alla vigilia del summit straordinario convocato per parlare di prevenzione in materia di abusi ai danni di minori e adulti vulnerabili. Papa Francesco ha riunito tutti gli episcopati del mondo: dal 21 al 24 febbraio la Santa Sede discuterà solo di questo.
Bergoglio, prima dell'inizio dei lavori, ha voluto dare un segnale 'spretando' l'ex cardinal McCarrick, che è stato così ridotto allo stato laicale. Vuol dire che non fa più parte delle persone consacrate ed è la prima volta nella storia della Chiesa cattolica che una reductio di questo tipo viene disposta da un pontefice. Ma quello che alcuni hanno impropriamente chiamato "Sinodo straordinario" rischia di tramutarsi in una lotta interna. Abbiamo già avuto modo di segnalarlo. La fazione tradizionalista è convinta che la radice del problema non risieda nel "clericalismo" - come ha dichiarato il Santo Padre - ma nel diffondersi di pratiche omosessuali. Sullo sfondo, come potete immaginare, c'è la presunta sussistenza di quella che in passato veniva chiamata "lobby gay". Ratzinger aveva svelato di essere riuscito a sgombrare il campo da quel gruppo d'influenza, ma la questione sta tornando alla ribalta. Proprio in questi giorni, Carlo Maria Viganò ha tuonato di nuovo, chiedendo il perché del mantenimento e della chiamata da parte del papa di "collaboratori" che sarebbero "notoriamente omosessuali".
Ma il cardinale Cupich, come anticipato, sembra sicuro di tutt'altro: "È importante riconoscere il fatto che gli abusi sui minori coinvolgono soprattutto i maschi. Nel contempo, però, bisogna ribadire che l'omossessualità non è una causa della pedofilia". Lo ha detto, come riporta Lapresse, durante la conferenza stampa di presentazione. Gli ha fatto eco mons. Charles Scicluna, che ai tempi del pontificato di Benedetto XVI era considerato il plenipotenziario per la lotta alla pedofilia. Anche Bergoglio sta facendo leva sulla linea della "tolleranza zero", che Scicluna ben rappresenta. L'alto prelato di Malta ha fatto sapere che quello degli abusi non è un problema che "si risolve in pochi giorni. Dunque - ha aggunto - è bene partire da aspettative ragionevoli".
Padre Federico Lombardi, che con Ratzinger era il direttore de la Sala Stampa, ha aggiunto che è "importante sapere che l'attesa nasce da tanti problemi reali. Il tema dell'ascolto delle vittime è punto di partenza importante".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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