Cosenza, prima la violenta e poi la perseguita per mesi

L’orco è agli arresti domiciliari e la sua vittima è finalmente salva

Cosenza, prima la violenta e poi la perseguita per mesi

Prima l’ha obbligata a seguirlo in un casolare isolato. Poi ha abusato di lei. Infine ha continuato per mesi a perseguitarla con telefonate e messaggi. Finalmente è stato arrestato ed è ai domiciliari. L’incubo per la donna è iniziato lo scorso dicembre, quando un uomo di 43 anni di Cassano allo Jonio, comune in provincia di Cosenza, ha obbligato la ragazza di neanche 33 anni ad accompagnarlo in una casa isolata e disabitata a Villapiana. Appena arrivati nell’abitazione il 43enne ha subito iniziato ad avvicinare la giovane, e in seguito al suo rifiuto ad accettare le sue avances, l’ha trascinata in camera da letto dove l’ha violentata sessualmente. Da quel momento in poi la situazione è anche peggiorata.

L’uomo ha continuato a telefonare e messaggiare la sua vittima in modo compulsivo, sommergendola anche di mail. Le minacce dapprima solo verbali si sono in breve tempo trasformate in fisiche. Il culmine è stato quando nel mese di aprile del corrente anno, ha dato fuoco al portone d’ingresso dell’abitazione di un’amica della donna, che aveva cercato di proteggerla e di frapporsi fra lei e il suo orco. Il quale è arrivato anche a sparare quattro colpi di pistola vicino alla sua abitazione. I Carabinieri della Tenenza di Cassano allo Jonio che stavano svolgendo delle indagini, a quel punto hanno condotto una perquisizione a casa dell’uomo, requisendo le armi legalmente detenute per omessa custodia, e alcuni proiettili non denunciati, anche per evitare che potessero essere usati per altri atti di violenza.

La donna era ormai diventata come un’ossessione per il 43enne che temeva di perderla e voleva ad ogni costo averla per sé.

I Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno eseguito la misura cautelare personale detentiva degli arresti domiciliari emessa nei suoi confronti dal G.I.P., con l’accusa di violenza sessuale e atti persecutori. Oltre alla vittima e alla sua amica, ci sono diversi testimoni che avvalorano le loro accuse, fondate anche su diversi atti documentati dai militari.

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