Violenza sessuale aggravata nei confronti di due bambine, minori di 14 anni. Con questa pesantissima accusa la polizia di Viterbo ha eseguito la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un immigrato pakistano di 29 anni, residente nello stesso capoluogo dell’Alto Lazio e regolare sul territorio nazionale.
Gian Fabrizio Moschino, capo della squadra mobile di Viterbo, durante la conferenza stampa in Questura ha dichiarato che le vittime, di 11 e 13 anni , hanno subito “approcci sessuali avanzati” ad opera dell’extracomunitario, un dipendente del settore agricolo.
L'arresto del pakistano è la conclusione di un'articolata indagine condotta dagli agenti della squadra mobile e coordinata dalla procura di Viterbo iniziata ai primi di maggio a seguito di due denunce distinte presentate dai genitori delle due bambine avvicinate e molestate dal 29enne.
Le due vittime, una italiana e l'altra originaria di un paese dell'Unione Europea, sono state avvicinate in momenti diversi dal pakistano nel centro storico di Viterbo. Una bambina mentre tornava a casa da scuola e l'altra nell'androne del palazzo dove abita.
Secondo quanto ricostruito, lo straniero si era avvicinato alle piccine con la scusa di chiedere informazioni per, poi, allungare le mani arrivando a palparle nelle parti intime. Il capo della squadra mobile ha anche spiegato che le due bimbe, spaventate, hanno urlato e sono riuscite a divincolarsi dalla presa del pakistano. Fuggite, hanno chiesto aiuto ai genitori e ad altre persone.
L’uomo è stato incastrato dai video delle telecamere di sorveglianza delle strade indicate dalle bambine e dagli accurati racconti delle stesse vittime. Queste ultime, infatti, sono state ascoltate in audizione protetta durante la quale hanno fornito informazioni dettagliate su fisionomia e abbigliamento dell'aggressore. Elementi utili che hanno permesso alle forze dell’ordine di individuare ed arrestare l’immigrato.
“È stata l'ennesima situazione drammatica e incresciosa avvenuta a Viterbo cui è stata però data una nuova pronta risposta". Lo ha detto il questore di Viterbo, Massimo Macera, durante la conferenza stampa sull'arresto del 29enne pakistano. "I dati statistici, comparando il primo trimestre del 2019 con quello del 2018, hanno fatto emergere un aumento dei reati - ha aggiunto - ma i reati aumentano quanto più vengono denunciati, e i responsabili arrestati".
Il procuratore capo di Viterbo Paolo Auriemma, parlando con l’Adnkronos, ha invece, dichiarato che "a Viterbo si sono risolti alcuni dei casi che hanno avuto rilievo mediatico in tempi brevissimi e quando ciò accade significa che c'è un sistema istituzionale che funziona. Trovare gli eventuali responsabili di un reato è un fatto che deve trasmettere sicurezza e non destare allarme".
Auriemma, inoltre, ha dichiarato che “ lo stesso fatto che sono aumentate le denunce a me sembra il riconoscimento del nostro lavoro: significa che la gente si fida di noi e denuncia reati che prima non denunciava, anche perché pensava che non sarebbero stati risolti", ha aggiunto.
Inoltre, in merito al provvedimento eseguito, il procuratore capo ha ricordato: che "quello che noi chiamiamo arresto in realtà è una misura cautelare, che è frutto di un'indagine, di un ragionamento e delle scelte degli inquirenti".
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