Nel Cinquecento Thomas Vicary ideò un rimedio ciarlatanesco contro la peste. Occorreva spennare il sedere di un pollo e legarlo vivo sul bubbone finché o il pollo o il cristiano fosse guarito. I risultati furono straordinari: i pazienti morirono tutti, i polli diventarono untori a due zampe e l’epidemia dilagò. L’aria che tira oggi, inquinata da ciarlatani taumaturghi e cerusici No Vax, con i record negativi di copertura vaccinale, rischia di diventare surreale e pericolosa come quel metodo. Solo che Vicary aveva imparato nella Gilda dei Barbieri- Chirurghi di Londra, mentre oggi abbiamo Istituti Superiori di Sanità, Consigli, Commissioni, Università, Science e Nature. Non c’è più l’alibi dell’ignoranza. Solo che non riconosciamo più il valore e l’autorità della scienza ufficiale e della competenza. È come se - dopo secoli di battaglie illuministiche della ragione sui dogmi - il progresso medico e farmaceutico fosse arrivato a cozzare contro un muro di gomma e per l’urto ora ci fosse in atto un preoccupante arretramento antiscientifico, di cui i vaccini sono solo l’ultima espressione. E ormai sono in molti a pensarla così: ci avete illuso che ogni malattia sarebbe stata debellata, ma i nostri cari ancora soffrono e muoiono, ci sono il cancro e l’autismo, quindi nella vostra scienza non crediamo più.
Meglio un giorno da lettore di blog che dieci anni da studente di Medicina. Non è un fenomeno nuovo, il grillismo non ha inventato nulla. Senza arrivare a chi cura le leucemie e la Sla con succhi di frutta e piramidi di cristallo, negli anni Sessanta ci fu il Siero Bonifacio, fatto con urine e feci di capra poiché pareva che le capre non si ammalassero di tumore. Negli anni Novanta l’epifania del Metodo oncologico Di Bella, con i cocktail di farmaci, vitamine e Somatostatina. Poi la Nuova Medicina Germanica di Hamer, per cui le metastasi sono invenzioni e le malattie vanno curate cercando di risolvere i conflitti interiori o iniettando microbi. Recentemente il Metodo Stamina di Vannoni (laureato in Scienze della Comunicazione, definito «criminale» dalla comunità scientifica e ora in galera...) con le infusioni di cellule staminali trattate. Tutte pratiche tra la medicina magica e sapienziale, pseudoscientifiche, senza basi biologiche condivise, a cui la politica è stata obbligata a dare una chance. A tutte è stata concessa una sperimentazione vox populi, perché è difficile negare la speranza se l’85% della popolazione ci crede. Come nel caso Di Bella, definito da Umberto Eco «il trionfo della fiducia magica nel risultato immediato».
I risultati dei protocolli di sperimentazione? Tutti negativi, nessun beneficio, curva di peggioramento clinico identica, stessa percentuale di decessi. I risultati sulla coscienza scientifica generale? Zero. Il fallimento è sempre frutto di staliniani complotti dell’establishment medico, gli adepti incompresi si moltiplicano e la prossima illusione senza alcuna prova è dietro l’angolo. Ecco perché intervenire con l’obbligatorietà del vaccino ha un valore superiore al semplice scopo epidemiologico. Deve essere un punto. Un freno all’inaccettabile ciclo dell’antiscientismo, che sale dal basso ma poi raggiunge anche esperti più o meno in buona fede, che ne amplificano a pioggia gli effetti nefasti. Esistono studi sul rifiuto dei vaccini condotti da Philadelphia a Erfurt. Ne emerge che dati e statistiche non servono, sono come ultrasuoni per i genitori No Vax: non le sentono neppure.
Contano invece le storie di sofferenze di bambini, ecco perché lo scrittore Roald Dahl raccontava in pubblico la morte della sua figlioletta per encefalite da morbillo. E conta anche la facilità con cui si può rifiutare il vaccino. Le statistiche dicono che in Michigan complicare l’iter ha portato a maggiori tassi di vaccinazione, il che significa che l’obbligo in Italia inciderà su chi è indeciso. Gli altri, i genitori talebani che preferiscono affidare al destino figli che quasi sicuramente si ammaleranno per evitare effetti collaterali del vaccino dalla probabilità infinitesima, potranno tenerli a casa. C’è chi grida all’Inquisizione? Magari... La scienza non deve essere democratica e vince sempre, dato che - al contrario delle opinioni - funziona. Non decide la massa, non è un referendum sul finanziamento ai partiti.
Decide chi ha le competenze e a pari competenze l’ultima parola deve essere degli organi preposti, fine della discussione. La libertà di cura - soprattutto dei minori - deve finire sul limitare della salute pubblica, un passo prima dell’epidemia irresponsabile. Altrimenti tanto vale distribuire polli spennati in farmacia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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