Xylella, l'acquisto di una serra per la ricerca

Attraverso una raccolta fondi, i lettori di una rivista del settore agro-alimentare straniera sosterranno l'acquisto di una serra per studiare un metodo contro il batterio

Xylella, l'acquisto di una serra per la ricerca

Dove non arriva l'Unione Europea arrivano gli agricoltori europei in sostegno di quelli pugliesi in merito alla xylella fastidiosa, il batterio che ha messo in ginocchio gli ulivi del Sud dell'Europa.
Grazie, infatti, ad un articolo giornalistico è stata lanciata una raccolta fondi per sostenere la ricerca sperimentale contro la sputacchina nella zona colpita nel Salento. Sarà donata una serra per cercare il germoplasma autoctono resistente. A darne notizia è il quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno". L'iniziativa è dei lettori del giornale specializzato nel settore agro alimentare svizzero-tedesco. La rivista è la "Merum". Pare che con la prima somma raccolta sia stata già acquistata una serra per sperimentare, attraverso alcuni test, quanto i semenzali di ulivo siano resistenti al batterio.

Nell'articolo di Merum, si parla degli innesti e del lavoro di ricerca scientifica dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp) del Cnr di Bari, dei tecnici e degli olivicoltori volontari.
Il progetto nato dalla raccolta fondi, altro non è che un ulteriore sostegno ad un uliveto sperimentale nato a Presicce, un Comune in provincia di Lecce, dove si stanno effettuando degli innesti con alberi già colpiti dalla xylella. La speranza, come già scritto, è che si possa dar vita a nuove piante più resistenti al batterio. Contemporaneamente con i semenzali si punta a donare nuovi ulivi, sani e resistenti, al Salento. Come si legge sempre su "La Gazzetta del Mezzogiorno", sono stati piantati già 40mila noccioli di olive nella serra che sarà consegnata ai ricercatori locali il prossimo 15 Ottobre. Ognuno di loro ha un codice genetico.

Da ciascun seme nascerà una pianta su cui si testerà la sua resistenza alla sputacchina. La raccolta avviene attraverso l'acquisto di bottiglie di vino. I primi fondi vengono dalla Germania, dalla Svizzera e dall'Austria.

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