Lo zio di Speranza porta il governatore della Toscana in tribunale

L'accusa del papà al governatore: "Mi hanno chiesto migliaia di euro di arretrati di bollo". Ma l'auto è per la figlia disabile

Lo zio di Speranza porta il governatore della Toscana in tribunale

Enrico Rossi, attuale governatore in Toscana, ha richiesto ad una famiglia con una figlia disabile la liquidazione di una serie di bolli auto. Ora, il padre, vuole sporgere denuncia.

Protagonista di questa assurda storia una famiglia il cui papà della bambina è lo zio del ministro della Salute Roberto Speranza, Vincenzo Pecorelli. Il quale, si è rivolto a La Verità per raccontare la vicenda e denunciare la presa di giro che si è trovato a dover subire dalla Regione.

La ragazza, di trentuno anni, viveva con mamma e papà in Sardegna. Dove, a causa delle condizioni della figlia portatrice di handicap, per cui non cammina, oltre ad essere muta e ipovedente, gli venne approvata l'esenzione sulla tassa automobilistica, attraverso un documento che risale al 15 novembre 2001. Dopo tre anni dal riconoscimento, la famiglia decise di andare a vivere ad Arezzo. Tutto procedeva come sempre fino a quando, Vincenzo decise di acquistare un’auto nuova. É il 2015 e la famiglia compra una macchina con l' Iva al 4%, come prevede la legge 104, che tutela i portatori di handicap e le loro famiglie. É spaziosa e con un grande bagagliaio in modo da permettere lo spostamento della carrozzina della ragazza. Come di regola, il papà si appresta a presentare una nuova richiesta di esenzione dal bollo. Ma, questa volta, la Motorizzazione di Arezzo boccia tutto. La motivazione sta nel fatto che, la moglie di Vincenzo, che risulta proprietaria del veicolo, non percepisse alcun reddito. Da lì a poco il bollettino arriva a Pecorelli.

A quel punto, il padre decide di scrivere una lettera al governatore Enrico Rossi per raccontare la propria situazione. Il Rossi risponde al messaggio: “L' esenzione spetta limitatamente a un solo veicolo di proprietà del disabile oppure della persona di cui il disabile risulti fisicamente a carico”. In questo caso, il papà. Che, amareggiato e sorpreso, risponde ancora una volta alla mail. “Stimato presidente, noi abbiamo solo un veicolo, come giustamente risulta anche a lei, ma il suo accanimento burocratico per i più deboli è molto evidente, ancora di più perché si nasconde dietro il reddito fiscale senza analizzare profondamente la situazione che vivono tutti i genitori con figli disabili”. Ma non basta. Perché qui arriva il bello. Dopo lo scambio di messaggi tra Pecorelli e il governatore. La Regione invia una richiesta di pagamento di decine di bolli arretrati. A partire dal 2012, anno in cui la famiglia ha eseguito il cambio di residenza. Ora la famiglia dovrebbe pagare migliaia di euro.

Un’assurdità a cui Vincenzo decide di non piegarsi. Tanto che decide di scrivere anche all’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e persino al Quirinale. Dal premier nessuna risposta in proposito. Mentre, il Quirinale se ne lava le mani: “questa sede non è titolare di competenze dirette in merito a quanto da lei rappresentato”. L’ennesimo muro da chi dovrebbe stare dalla parte delle persone che hanno bisogno e invece dimostra un’agghiacciante insensibilità.

Al padre rimane tanta delusione e ammette di essere arrivato a pensare “che per lo Stato i portatori di handicap siano un peso.” “Non mi capacito di questa situazione. - continua Vincenzo - Con quale coraggio Rossi mi chiede quei soldi?". A maggio 2019, l’uomo è stato costretto a intestarsi l’auto e così è riuscito ad ottenere l’esenzione.

Anche se a guidarla è sempre la moglie. Ma gli arretrati pesano ancora, e la famiglia dovrebbe pagare ancora sette rate di bollo. Una realtà inaccettabile per loro, tanto che il papà si è dichiarato pronto a trascinare Rossi in tribunale.

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