È una Milano in continuo cambiamento quella fotografata dalla guida Lombardia 2025 del Gambero Rosso, presentata ieri al Grand Hotel et de Milan, a due passi da quella Scala dove oggi la città si celebrerà, nel giorno di Sant’Ambroeus, con la prima della Forza del Destino di Giuseppe Verdi. Una città che cresce, a livello gastronomico, in modo caotico, disperdendo un sacco di energie e mancando talora delle grandi occasioni. “Ci siamo abituati a parlare di Milano come della metropoli più internazionale d’Italia – scrive la curatrice Valentina nella sua introduzione – del centro del business, della terra promessa per tutti i gruppi che contano. La pensiamo e la viviamo come la piazza più competitività nel bene e nel male, la percorriamo a velocità sfrenata per stare ai suoi ritmi e per poi lamentarci delle energie mentali ed economiche che impieghiamo per farlo. Ma che fatica. E soprattutto che peccato. Perché nella corsa all’ultimo soft opening e con presenzialismo ossessivo agli eventi di grido rischiamo di provarci della Milano di quartiere, quella delle piazzette nascoste cui riqualificazioni sensate hanno restituito vita sociale e appeal urbano, quella dei mercati rionali, delle pasticcerie storiche, delle osterie ‘dove la gente culmina nell’eccesso del canto’ per citare Alda Merini, la grande poetessa che alla sua odiata e amata città natale ha dedicato versi e pensieri di commovente attualità”.
È una guida che punta all’essenziale, quella del Gambero. Che non disdegna il mainstream, purché abbia un senso, ma va soprattutto alla ricerca di luoghi autentici, contemporanei nel senso più ampio del termine, che cioè rappresentino lo spirito del tempo senza finzioni, fighettismi, anacronismi, conti ingiustificati. Lo dimostrano i punteggi, che riconoscono i migliori ristoranti con le tre forchette che spettano a chi ha almeno 90 centesimi. E quindi a 93 Cracco in Galleria a Milano di Carlo Cracco e Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo) dei fratelli Cerea, a 92 Seta by Antonio Guida a Milano e D’O a Cornaredo di Davide Oldani, a 91 Enrico Bartolini Mudec a Milano, Berton a Milano, Miramonti l’Altro a Concesio (Brescia) di Philippe Léveillé e Lido 84 a Gardone Riviera (Brescia) di Riccardo Camanini e a 90 Andrea Aprea Ristorante a Milano, Dina a Gussago (Brescia) di Alberto Gipponi e Dal Pescatore Santini a Canneto sull’Oglio.
I tre gamberi raccolgono invece le migliori trattorie e qui c’è un solo indirizzo milanese, l’inarrivabile Trippa dello chef Diego Rossi e del padrone di casa Pietro Caroli. Poi l’Antica Trattoria del Gallo di Gaggiano (Milano), la Trattoria Visconti dal 1932 ad Ambivere (Bergamo), La Madia di Brione (Brescia), Osteria della Villetta dal 1900 a Palazzolo sull’Oglio (Brescia) e Caffè La Crepa a Isola Dovarese (Cremona). I tre mappamondi hanno decorato come migliori ristoranti di cucina straniera, tutti e tre milanesi e tutti e tre appartenenti ai fratelli Liu: Ba Restaurant di Marco, Gong Oriental Attitude di Giulia e Iyo Restaurant di Claudio.
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Infine le tre tavole, per i bistrot: l’imperdibile Silvano Vini e Cucina al Banco di Milano, del duo Vladimiro Poma e Cesare Battisti e Lanzani Bottega & Bistrot di Brescia.
Poi ci sono i premi speciali, che individuano le novità e le eccellenze. Le tre bottiglie per la valorizzazione del vino sono andate a Ciz Cantina e Cucina di Milano, la migliore proposta al bicchiere a Cantine Isola di Milano e alla Trattoria Via Vai di Ripalta Cremasca (Cremona). Il premio per il migliore rapporto qualità/prezzo è finito al Colmetto di Rodengo Saiano (Brescia), quello per il miglior servizio di sala assai meritatamente alla Trattoria della Gloria di Milano, quello per il miglior servizio di sala in albergo a Passalacqua di Moltrasio (Como). Come novità dell’anno sono stati individuati quattro locali milanesi: Abba di Fabio Abbatista, Procaccini di Emin Haziri, Iyo Kaiseki di Claudio Liu e Fat Sam at the Winery di Samuele Luè, Vincenza e Costanza Vergolino.
Infine sono stati individuati gli ambasciatori di undici province: Testina a Milano, Osteria della Villetta dal 1900 di Palazzolo sull’Oglio (Brescia), Il Portico di Appiano Gentile (Como), Caffè La Crepa di Isola Dovarese (Cremona), Bellosteria di Annone Brianza (Lecco), La Coldana di Lodi, Osteria dell’Oca di Mantova, Osteria Visconti di Monza, Selvatico di Rivanazzano (Pavia), Lanterna Verde di Villa di Chiavenna (Sondrio) e Crotto Valtellina di Malnate (Varese).
Per la migliore interpretazione di cinque specialità della cucina lombarda sono stati indicati la Trattoria del Nuovo Macello di Milano (cotoletta alla milanese), La Pesa 1902 di Milano (ossobuco), Osteria del Treno (mondeghili), Osteria Gattopardo di Desenzano sul Garda (luccio alla gardesana) e Antica Osteria del Cerreto ad Abbadia Cerreto, nel lodigiano (risotto alla vecchia Lodi).Avete appetito? Ci mancherebbe altro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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