È italiano il miglior istruttore di volo negli Stati Uniti

Tiziano Bernard, eccellenza italiana in Usa. Il lungo percorso per arrivare ad una meta che per la sua grande professionalità rappresenta solo un traguardo

È italiano il miglior istruttore di volo negli Stati Uniti

Ogni anno l'AOPA (Aircraft Owners and Pilots Association) la più grande associazione di aviatori al mondo organizza i Flight Training Experience Awards per premiare i CFI (certified flight instructors - piloti istruttori) e le scuole di volo che si sono distinti nel fornire agli studenti piloti esperienze di apprendimento eccezionali. Quest'anno a vincere come miglior pilota istruttore degli Stati Uniti è un nostro giovane italiano, una vera eccellenza, Tiziano Bernard.

Come funzionano i Flight Training Experience Awards

A raccontarlo è proprio Bernard: "La mia nomina -spiega - è stata valutata da studenti, colleghi, agenti del controllo traffico aereo ed esaminatori di volo del governo federale su criteri di qualità di istruzione, trasmissione di passioni, opportunità, sacrifici per gli studenti, conoscenze tecniche, preparazione al mondo del lavoro e capacità come pilota", una lunghissima serie di valutazioni che mostra la preparazione la competenza e la professionalità del 32enne triestino.

L'orgoglio di un vincitore italiano

In qualità di istruttore, Bernard si è da sempre impegnato a perseguire l'eccellenza e ad alzare ogni volta l'asticella: “Diventare pilota non significa acquisire una licenza, si tratta dell’acquisizione di una professione”, afferma. “Significa che bisogna sempre ricercare l’eccellenza in tutte le sue forme.” Questa convinzione è alla base del suo approccio all'insegnamento, che enfatizza anche la conoscenza teorica e costruisce solide relazioni interpersonali.

Questo significa un vero successo per i suoi studenti: "Ogni volta che uno studente raggiunge il suo obiettivo o si laurea, mi riempie di soddisfazione". Tuttavia, la sua gioia più grande la trova nelle relazioni che si instaurano durante l'allenamento. "Non mi limito solo a insegnare competenze, mi impegno a costruire un'amicizia. Sono molto orgoglioso quando queste amicizie continuano e ho studenti che continuano a contattarmi per chiedere consigli, proprio come io continuo a contattare i miei CFI per chiedere consigli". I legami che si creano durante l'addestramento sono inestimabili e queste relazioni durature sono una testimonianza dell'impatto significativo che gli istruttori di volo possono avere sui loro studenti.

Per Bernard la "crescita" come istruttore è una pratica che è sempre in movimento. Partecipa attivamente alle opportunità di apprendimento, frequenta lezioni organizzate dalle associazioni aeronautiche e partecipa a programmi di formazione ricorrenti. "Volare è un campo in cui non si è mai sufficientemente preparati o pronti", afferma, sottolineando l'importanza dell'umiltà e della curiosità nel suo approccio. Per lui ogni momento è un'opportunità per imparare, sia che si tratti di riflettere sugli errori passati o di rivedere i casi di studio che incontra con i suoi studenti. "Ciò che rende davvero un buon pilota è riconoscere quando qualcosa non va e adottare misure correttive", afferma, comprendendo che ogni esperienza è un'opportunità di crescita, soprattutto in una professione che spesso presenta sfide inaspettate.

Chi è Tiziano Bernard

Ingegnere aerospaziale classe 1992, la testa tra le nuvole fin da piccolo, da sempre l'universo lo ha affascinato e fatto sognare. “Tra le figure che più mi hanno ispirato c’è Galileo Galilei. Un pensatore che, guardando di notte la volta celeste e vedendola ruotare sopra la propria testa, ha avuto la geniale intuizione: forse non era il cielo ma la terra a ruotare!”, ha raccontato in un'intervista a Forbes. Dopo un diploma all’International school di Trieste, si è trasferito in Florida per studiare al Florida institute of technology, fondato per dare supporto al Kennedy Space Center, la struttura per il lancio di veicoli spaziali della Nasa. È stato team leader del progetto Florida tech Mars rover, dove ha disegnato e costruito un rover (veicolo di esplorazione), premiato dalla Northrop Grumman come migliore progetto di ingegneria dell’istituto e pensato per fare da supporto operativo a una futura eventuale colonia su Marte.

Tiziano ha iniziato la sua carriera professionale presso la Garmin International, società statunitense specializzata in tecnologie di aviazione con sede a Kansas City, negli Stati Uniti. “Progettavamo le cabine di pilotaggio per gli aerei. Lavoriamo in particolare a progetti molto avanzati, direi futuristici”. Ma non ha abbandonato la ricerca: “Sono nel consiglio scientifico dell’Applied human factors and ergonomic conference (Ahfe) per lo spazio, dove ho dato vita a una nuova sessione per gli studi sui fattori umani nel turismo spaziale. Ho anche intenzione di organizzare un evento, possibilmente con il supporto di qualche università, dedicato ai giovani più brillanti. Vorrei offrire loro un’occasione per scambiarsi idee sul futuro del mondo, non solo aerospaziale. Ma anche su altri argomenti, come la politica ambientale”. Oggi lavora presso Gulfstream Aerospace, collaudando i jet più avanzati del mondo (G700 e G800) come ingegnere collaudatore sperimentale (experimental flight test engineer), ma anche come professore aggiunto alla Embry Riddle Aeronautical University e istruttore di volo a Savannah Aviation.

Ma non solo, “Sono stato il primo a conseguire un nuovo master in flight test engineering dall’università (in Florida ndr), nel 2016. Ho studiato con Ralph Kimberlin, una colonna portante nel mondo delle prove di volo, autore tra l’altro del libro Flight testing of fixed wing aircraft”. Nel 2018 ha invece conseguito un dottorato di ricerca in human-centered design (ingegneria cognitiva) lavorando sulla perdita di controllo in aerospazio. Tiziano si è distinto anche in ambito astronautico, con la progettazione e realizzazione di un prototipo di tuta spaziale adatta a risolvere problemi di orientamento e navigazione in orbita. “L’ambiente aerospaziale è un mondo dove l’uomo non può vivere. Studiare la perdita di controllo in ambito aerospaziale significa analizzare molto attentamente l’interazione tra uomo e sistema-macchina”.

Del nostro Paese dice: “Non mi considero un cervello in fuga. Sono sempre in contatto con l’Italia, anche con realtà aerospaziali molto attive, e spesso prendo in considerazione l’ipotesi di rientrare in patria.

Bisogna ricordarsi che le opportunità non esistono solo all’estero. Certo, a volte dobbiamo essere creativi nel creare nuove occasioni. Se tornassi, lo farei con l’intenzione di dare il mio contributo per aiutare, come posso, il mio paese. Siamo noi gli artefici del nostro futuro”.

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