"Troppo difficile": ecco perché Meghan non è diventata cittadina britannica

Nella nuova puntata del suo podcast Meghan Markle ha raccontato una delle ragioni per cui avrebbe rinunciato alla cittadinanza britannica

"Troppo difficile": ecco perché Meghan non è diventata cittadina britannica

Nell’ultimo episodio di “Archetypes” Meghan Markle si è concentrata sui sensi di colpa delle madri, su ciò che sarebbe importante per diventare una brava mamma e una buona moglie, raccontando gli stereotipi legati a questi ruoli. La duchessa ha fatto anche una digressione sul periodo in cui studiava per ottenere la cittadinanza britannica, ricordando la complessità del test “Life in the Uk” e rivelando che neppure il principe Harry conoscerebbe tutte le risposte alle domande dell’esame.

Un test “così difficile”

“Good Wife/Bad Wife, Good Mom, Bad Mom”, questo è il titolo del nuovo episodio del podcast di Meghan Markle, “Archetypes”, su Spotify. Gli ospiti della puntata sono stati Sophie Trudeau, first lady canadese, l’attrice Pamela Adlon e l’attrice e scrittrice Sam Jay, con cui la duchessa ha parlato dei requisiti per essere una buona moglie e una brava madre. Durante la puntata Meghan si è rivolta a Pamela Adlon, che è americana naturalizzata britannica, dicendole: “Ho sentito che hai ottenuto la cittadinanza. Un paio di anni fa?”.

Partendo da questo spunto la duchessa ha parlato del suo tentativo di ottenere la cittadinanza britannica, non andato a buon fine: “Quell’esame per la cittadinanza è così difficile!”, si è lamentata, per poi rivelare un particolare che può sembrare incredibile: “Stavo studiando [per il test] e ricordo di aver di essermi detta: ‘Oh mio Dio’. Chiedevo a mio marito: ‘Sapevi questo?’, ‘Sapevi questo?’ E lui rispondeva: ‘Non ne avevo idea’”.

Molti si aspettano che il principe Harry sia preparato sugli argomenti di storia e cultura britannica proposti nel test “Life in the Uk”, che li abbia studiati per anni, visto che sono gli eventi fondanti del suo regno. Invece, secondo quanto raccontato da Meghan, non sarebbe affatto così. La Adlon, scherzando, ha replicato: “Penso lo abbiano reso più difficile per te”. Meghan ha sorriso, poi ha commentato: “Pensi?”.

Una mamma e una moglie

Il test per la cittadinanza britannica, che può essere ripetuto senza limiti di possibilità, dietro pagamento di 50 sterline a ogni iscrizione, si svolge in 45 minuti e prevede 24 domande a risposta multipla. Vanity Fair ha riportato alcuni di questi quesiti. Per esempio viene chiesto quale sia la confessione religiosa della Chiesa di Scozia, quale sovrano venne sconfitto da Cromwell, dove sono custoditi i gioielli della Corona. In effetti, chi non ha la passione per la storia e le tradizioni britanniche potrebbe trovare qualche difficoltà a rispondere ad alcune domande molto mirate. Tuttavia non sono impossibili. L’unico modo per passare il test è studiare. Non c’è altra via d’uscita. Sarà anche il consiglio più banale del mondo, forse, ma forse non è chiaro per tutti.

Nel caso di Meghan, poi, c’era anche un altro problema: la legge inglese chiarisce che per diventare cittadino britannico è necessario aver trascorso nel Regno Unito almeno 270 giorni per i tre anni precedenti alla domanda ufficiale. La duchessa di Sussex, invece, si è trasferita in Gran Bretagna nel novembre 2017 ed è andata via nel dicembre 2019, dunque non avrebbe avuto comunque i requisiti per la cittadinanza. Inoltre i frequenti tour ufficiali all’estero, durante il periodo trascorso a Palazzo, non hanno fatto altro che assottigliare il numero di giorni trascorsi da Meghan nel regno.

Una mamma, una moglie, una femminista

Meghan Markle ha parlato anche delle aspettative che molte donne hanno su se stesse e delle pressioni a cui sono sottoposte nella società. Il discorso sul test non sarebbe slegato dal tema principale, al contrario. Sembra di intuire che ottenere la cittadinanza fosse un obiettivo che la duchessa si era imposta per soddisfare le aspettative degli altri, forse della corte.

Meghan ha dichiarato: “Ho desiderato essere una mamma tanto quanto essere una moglie” e specifica che questi sogni non sono in contrasto con la sua identità femminista: “A dispetto di ciò che le persone pensano, non penso che queste cose si escludano l’una con l’altra…Gli ideali con cui proviamo a convivere e le aspettative che ci imponiamo ci stanno intrappolando…Si può essere femministe e femminili…Stiamo facendo il meglio che possiamo. Forse è tempo di lasciare andare questi archetipi…questi complessi, limitanti archetipi…e focalizzarsi su una cosa sola: essere una brava persona”.

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