Mezzo secolo dopo la bomba di piazza Fontana continua a uccidere. Ai diciassette cadaveri lasciati sul pavimento dall’esplosione di quel venerdì nero si aggiunge quello di un vecchio liutaio milanese, rinvenuto nel suo appartamento affacciato sul mare di Genova.
Quel buco nero, collocato esattamente a metà della storia della Prima Repubblica (ventitré anni dopo il referendum del 1946, ventitré anni prima dello tsunami di Mani Pulite), è il filo insanguinato che unisce la città della Madonnina a quella della Lanterna in Il suono della colpa (Mursia, pp.240, euro 17,00), il nuovo giallo degli autori genovesi Daniele Grillo e Alessio Piras. Il romanzo è la settima uscita della collana Giungla Gialla di Ugo Mursia Editore, che sotto la direzione di Fabrizio Carcano ha lanciato la geografia del giallo, sbarcando ora nel capoluogo ligure. Una trama che rimane legata indissolubilmente alla città meneghina, alla sua storia recente, a quel venerdì di dicembre, una storia che si snoda in un noir contemporaneo insieme mozzafiato e innovativo per ambientazioni e tratti dei personaggi. Protagonisti di una vicenda che li porta nella Genova profonda, dove neppure la risacca del mare impedisce loro di addentrarsi in uno dei capitoli più neri di un’altra Storia, quella del nostro Paese, squarciata come il ventre della Banca nazionale dell'Agricoltura.
La trama
Non è una qualsiasi primavera, quasi estate, per Benedetta Fabbri, precaria trentenne amante dei gialli che ristagna nell’amata Genova in uno stato di eterna gioventù. Ha da poco firmato un contratto di lavoro temporaneo come postina, e nel suo primo giro di consegne si imbatte nel cadavere di un uomo anziano, Arnoldo Chiana, trovato con il busto disteso sul tavolo del soggiorno di casa, la porta socchiusa e il resto dell’appartamento in ordine. Un uomo dalle molte vite, Arnoldo, liutaio formatosi a Cremona e tra i più apprezzati dai virtuosi del Teatro della Scala di Milano, chiuso in una vecchiaia senza legami importanti, costretto a nascondersi da un passato pericoloso. Il caso viene frettolosamente derubricato dagli inquirenti a una morte per cause naturali. Ma per Benedetta, qualcosa non torna. La postina inizia quindi un’indagine nella quale coinvolge il padre Primo, ex partigiano e storico per passione, due colleghi dell’ufficio postale di Vernazzola, borgo marinaro inghiottito dalla grande città e "Trick", agente di Polizia e insostituibile partner dei giochi erotici del giovedì.
Seguendo una ad una le note distorte dei violini che accompagnano questa storia, la postina si troverà sullo spartito bruciato della strage di piazza Fontana, e a quel 12 dicembre del 1969 in cui la storia
d'Italia cambiò per sempre. Un percorso a ritroso alla ricerca di una verità che non le appartiene, rincorrendo l’anima che uomini e strumenti nascondono al loro interno, e che a volte vibra del suono insopportabile della colpa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.