Antiseri: "Io e Reale eravamo diversi Dallo scontro nascevano le idee"

Nel 2015 uscirà il nuovo libro dei due filosofi, da Nietzche fino a oggi

Antiseri: "Io e Reale eravamo diversi  Dallo scontro nascevano le idee"

Il professor Dario Antiseri ha formato con Giovanni Reale il «duo» più noto della filosofia italiana. Sul loro manuale hanno studiato centinaia di migliaia di studenti. E non solo in Italia, è stato tradotto in moltissime lingue, compreso il russo e il cinese. Così Antiseri ricorda la loro collaborazione durata più di trent'anni.

Professor Antiseri come ha conosciuto Giovanni Reale?

«La nostra collaborazione è iniziata nel 1978, venimmo chiamati da Francesco Brunelli a scrivere un manuale di filosofia in tre volumi... Uscì nel 1983. Ed ebbe grande fortuna. Il nostro sforzo nello scriverlo è stato soprattutto quello di cercare l'oggettività. Una delle giornate più emozionanti sia per me sia per Reale è stato quello in cui l'università di Mosca ci ha dato la laurea honoris causa, soprattutto grazie a quel libro».

Com'era lavorare con Reale?

«Mi sono trovato benissimo. Il nostro punto maggiore di contatto era la consapevolezza della fallibilità delle conoscenza umana, e poi nell'essere entrambi cristiani. Ma la cosa che funzionava meglio era... il nostro disaccordo su altri temi. Abbiamo anche pubblicato un libro per Cortina, Quale ragione , in cui abbiamo discusso di tutto, dalla scienza alla metafisica. Siamo sempre stati entrambe convinti, sulle orme di Alfred North Whitehead, che uno scontro di idee non è un dramma ma un'opportunità».

E il vostro rapporto umano?

«Era un maestro, il suo rigore filologico era incredibile. Aveva una passione assoluta per la filosofia, e soprattutto è stato capace di creare una scuola: ha dato moltissimo ai suoi allievi. È stato una figura esemplare. E un cristiano coerente».

Stavate lavorando assieme anche a un nuovo libro?

«Lo abbiamo finito un mesetto fa. Si chiama Cento anni di filosofia , copre l'arco di tempo che va da Nietzsche ai nostri giorni. Sarà in libreria per gennaio».

Qual era il vostro metodo di lavoro? Non è semplice scrivere a quattro mani.

«Abbiamo sempre lavorato basandoci su un metodo preciso. I filosofi affrontano problemi. Noi abbiamo sempre lavorato sui loro testi partendo dalla domanda: “che problemi affronta questo pensatore?”. Li isolavamo, vedendo come gli altri pensatori reagivano alle risposte. Abbiamo cercato l'oggettività scientifica... senza giudicare i filosofi».

La vostra scelta di essere dei divulgatori è stata molto netta...

«C'è divulgazione e divulgazione. La nostra è radicata nelle fonti. Non giudicare ma fornire strumenti di comprensione è stata la nostra forza».

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