da Londra
Sprezzante iconoclasta come sempre, Martin Amis ritorna in libreria con una satira impietosa dellInghilterra attuale e del suo declino morale. Lionel Asbo: State of England (Londra, Jonathan Cape, pagg. 276, sterline 18,99) è un romanzo che privilegia la farsa scabrosa. Amis si allontana dalla prosa misurata e brillante del suo capolavoro dei primi anni, Money, e adotta una scrittura caotica e contraddittoria al fine di esprimere latmosfera dei tempi. Lautore, che negli ultimi anni si compiaceva di parlare di epoca dell«orrorismo», qui si scaglia contro il mondo «della superficie, della trivialità e della volgarità» con un libro che vuole essere qualcosa in più rispetto a un effimero ritratto del momento. Se Amis dichiara di aver pensato al realismo sociale di Dickens, il romanzo sembra piuttosto rientrare nel filone delle Avventure di Augie March di Saul Bellow o del Falò delle vanità di Tom Wolfe o anche, perché no, del più recente Libertà di Jonathan Franzen.
Lionel Asbo, un delinquente delle classi disagiate che va però in giro col Suv e due mastini psicopatici, vince 150 milioni di sterline alla lotteria mentre è in carcere. Quando esce diventa «una specie di simbolo nazionale». Secondo Amis è una metafora calzante dellabisso morale in cui sta cadendo un Paese che esalta il successo facile e che fa della celebrità la nuova religione. Asbo è un bruto nellaspetto e nel comportamento, non sa parlare, picchia tutti senza ragione, perseguita lex-fidanzata (col vetriolo!) e non dà tregua al nipote adolescente. Questultimo si direbbe il suo opposto, tutto studio e intelletto, ma coltiva una perversa relazione di letto con la nonna, madre del bruto stesso. Pornografia, vendetta, violenza sadica: sono gli ingredienti ben noti a chi abbia letto gli ultimi libri di Amis. Qui, di nuovo, cè che tutto questo serve a nutrire uninvettiva contro i miti imperanti e la crisi della cultura in generale. Non mancano pagine comiche, come nella lotta fra Lionel e il nipote che vorrebbe studiare invece di andare a fracassare i vetri delle finestre del vicinato; o nella odissea di spese folli che segue la vincita della lotteria culminando nellacquisto di una villa oltre misura. Sono le pagine in cui Amis sottolinea gli aspetti più grotteschi della ricchezza e della fama istantanee.
La critica inglese resta più che mai divisa sullautore: è davvero grande o soltanto pretenzioso? La sua immaginazione anarchica è una risorsa o una presenza imbarazzante per la letteratura inglese? Da una parte il romanzo è liquidato come un rancoroso atto di vendetta verso unInghilterra avvertita come estranea. Dallaltra è salutato come uneccellente critica, incoerente ma autentica nel descrivere latmosfera da incubo grottesco che regna nel Paese. Si polemizza comunque sullo snobismo dello scrittore che, nato in una famiglia privilegiata, sembra lontano anni luce dal mondo degradato che descrive con condiscendenza. Inoltre ai critici non va giù che ultimamente Amis si sia trasferito a New York.
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