Si chiamava il "gruppo di Ur", una sorta di setta convinta di poter entrare nella "testa" del Duce e di condizionare con la "magia" le scelte del governo di Benito Mussolini. E al suo interno c'era anche il famoso scrittore e fonte di ispirazione di molti post fascisti: Julius Evola.
Come scrive La Verità, il nome del gruppo viene da una rivista pubblicata tra il 1927 e il 1928, poi trasformata in Krur. Al suo interno lavoravano moltissimi redattori e collaboratori, anche se i loro scritti erano sempre con pseudonimo. I temi erano soprattutto legati al mondo esoterico, molto apprezzato tra chi credeva in un fascismo pagano, slegato dai rapporti (poi fatti politicamente) con la Chiesa cattolica. In Ur uscivano contributi di meditazione, spiritualità e religione (ovviamente non solo il cristianesimo, ma piuttosto il buddismo e altre religioni orientali). Una spiritualità magica, fatta di una Grande Forza, energie vitali di cui secondo i componenti del gruppo il fascismo si era fatto rappresentante politico e sociale. Quell'Imperialismo pagano di cui scrisse lo stesso Evola.
Come detto, il rapporto con il Vaticano di questo gruppo di "maghi" non era ottimale. E infatti a definirli tali fu Giovanni Battista Montini, che poi diventerà Paolo VI. ne denunciava "l'abuso di parole" e la realizzazione di "aberrazioni retoriche, di rievocazioni fanatiche e superstizione magie".
L'esistenza di Ur, però, non impedì a Mussolini di firmare il concordato. Il Duce era capace di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, e così fece altalenando la sua indole anticrelicale con quella pragmatica di uomo di potere in uno Stato in cui il Vaticano contava (e conta) molto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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