Le ossessioni sotto la pelle Il mondo visto da Cronenberg

Teorico del cinema espanso, il regista canadese è da sempre alla ricerca di connessioni con altri mondi: arte, letteratura, tecnologia. Ecco la prova, tra foto, design e «sculture»

Le ossessioni sotto la pelle Il mondo visto da Cronenberg

da Lucca

Quando si parla di «arte totale» non si può non far riferimento al mondo del cinema. Certo, quello che va aldilà del puro intrattenimento e che è stato capace di unire la forza espressiva del genere alla visione autoriale. Insieme a David Lynch e Peter Greenaway è David Cronenberg a proporsi da decenni come un teorico del cinema espanso, alla ricerca di continue connessioni con altri mondi: arte, letteratura, teatro, tecnologia, sessualità.

È questo il motivo per cui si è aperta sabato in Toscana (fino al 3 maggio) una rassegna divisa in quattro mostre (tre a Lucca, una a Viareggio) dedicate al geniale regista canadese. Alla Fondazione Ragghianti viene presentata Evolution , curata dal direttore del Toronto Film Festival Piers Handling: un centinaio di oggetti provenienti dai set dei film, spezzoni rari o inediti, foto del backstage dagli inizi della carriera agli ultimi lavori. E tra questi, la macchina per il teletrasporto e la testa mostruosa indossata da Jeff Goldblum ne La mosca (1986), i costumi di A Dangerous Method (2011), l'elmetto e le protesi di Videodrome (1983), gli strumenti chirurgici di Inseparabili (1988), le macchine da scrivere a forma d'insetto usate ne Il pasto nudo (1991).

Alla casa natale di Puccini non poteva mancare il melò di M. Butterfly (1993) con oggetti, costumi e cimeli della sua incursione nell'opera lirica, mentre all'Archivio di Stato ex Macelli c'è un progetto mai realizzato, ovvero Red Cars , la storia della rivalità tra i due piloti Ferrari, Phil Hill e Wolfgang von Trips, nel mondiale 1961, materiale confluito in un libro d'artista prodotto da Volumina e realizzato qui a Lucca in forma di installazione multimediale curata da Alessandro Romanini e Domenico Di Gaetano. Alla GAMEC di Viareggio, infine, è allestita Chromosomes : 70 fotogrammi scelti dallo stesso regista dai suoi film più famosi e discussi a mettere insieme le sue ossessioni: le mutazioni genetiche, la chirurgia, gli incidenti stradali, i videogames.

Cronenberg, che ha da poco pubblicato in Italia per Bompiani il libro Divorati , è nato nel 1943. Dopo una serie di corti esordisce con Il demone sotto la pelle nel '75. I lavori iniziali ( Rabid , Brood ) vano ascritti al genere horror anche se celano una profondità difficilmente rintracciabile nelle produzioni di genere. I film di Cronenberg sono oggetti mutati che raccolgono una serie impressionante di consonanze con le arti visive, e per questo il loro posto può essere, indifferentemente, una sala cinematografica o quella di un museo.

Nell'arte ha anticipato di quasi un ventennio i temi degli artisti inglesi di Sensation, in particolare i fratelli Dinos&Jake Chapman che realizzano sculture di esseri mutilati, smembrati, arti e organi moltiplicati a dismisura, bambini mostruosi con organi genitali sparsi sulla pelle. Immagini che rimandano al doloroso campionario teratologico delle mutazioni traumatiche, causate da radiazioni o da esperimenti genetici fuori controllo, incubo ricorrente della coscienza collettiva postmoderna.

Se si pensa che in Rabid (1977) la sessualità non genera altro se non un devastante virus che conduce alla bestialità più cupa, oppure all'orrore della maternità ( Inseparabili ), tema trattato in modo scandaloso, lontano dalla morale comune, troviamo una trattazione altrettanto radicale solo più avanti nelle opere di Damien Hirst. Nel '93 l'inglese esibisce il cadavere di una mucca incinta, immerso nella formalina e sezionato, in modo che l'interno e il feto siano visibili. La spaventosa divisione della madre e del figlio sottende un gesto di ribellione culturale, religiosa e morale davvero violenta, anticipata però dal visionario regista canadese. Ma Hirst e Cronenberg condividono anche il fascino per la medicina. Il primo realizza diversi Medicine Cabinets e altri lavori hanno per oggetto la decomposizione, mentre Cronenberg da sempre riserva attenzione alla dissezione sia fisica sia psicologica dei suoi personaggi. Sia in un caso come nell'altro lo spettatore sa di trovarsi di fronte a un'opera d'arte e non a una semplice analisi scientifica, ecco dunque crearsi un cortocircuito semantico i cui effetti sono incontrollabili.

Con altrettanta frequenza Cronenberg si rivolge alla letteratura per trovare i supporti delle sue inquietanti visioni, con autori che vanno da Ballard ( Crash ) a McGrath ( Spider ) a Don De Lillo ( Cosmopolis ). In Crash (1996) tenta di inventare una nuova pornografia coniugando il sesso estremo con gli incidenti stradali, riprendendo l'immaginario pop, sia delle profetiche serigrafie di Andy Warhol anticipatrici di tensioni ancora a venire, sia del clamore destato dalle morti per incidenti delle star mediatiche (Pollock, James Dean, Grace Kelly, Lady D).

Il feticismo del metallo, l'idea del corpo martirizzato come veicolo verso il piacere riportano infine idealmente alle atmosfere delle performance degli anni Novanta - Stelarc, Marcel•lí Antúnez Roca, Mark Pauline - private però del loro aspetto più ritualistico. Siamo sempre nei pressi di un cinema che si addensa come una nube nera sulla Zona morta della cultura contemporanea.

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