È una parola che ha evidenti radici antiche ma che nei dizionari antichi non appare. Evidente la sua orgine, soror , sororis, che in latino significa sorella; e intuitivo il suo significato: di sorella. Affetto, bacio, dedizione sororale sono esempi molto chiari.
Una simmetria quasi perfetta col termine fraterno (da frater, fratello), aggettivo maschile che, come tanti, nei secoli si è appropriato di entrambi i generi. Molti autori antichi riportano “sorore” per sorella, ma anche “sororicida” (chi uccide la sorella), c’è “sirocchia, sarocchia, serocchia”, tutte varianti del latino sororcula, diminutivo di soror.
Ma come mai sororale compare più tardi? Semplice: perché è una parola coniata da Gabriele D’Annunzio. La notizia viene solo dal Deli, che riferisce anche l’anno dell’invenzione: 1892. Il Devoto Oli dice 1891 ma non cita D’Annunzio. Il Panzini si limita a caratterizzarla genericamente come “voce dannunziana”.
Il suffisso –ale, elegante e ricercato, è peraltro tipico del poeta. Secondo il Dir la parola sorella è l’incrocio del latino soros con l’italiano fratello.Curioso, allo stesso proposito, il Pianigiani: sorella – dice – è diminutivo di suora, fratello è il diminutivo di frate.
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