Scultura nuragica tolta dall'asta

La Dea Madre è una statuina del 2500 avanti Cristo e Christiès l'aveva messa in vendita per l'11 dicembre. Ora la commercializzazione è bloccata

Un pezzo unico. Una testimonianza della civiltà nuragica della Sardegna. E ora un caso internazionale in piena regola. La Dea Madre, la pregiatissima scultura datata 2500 avanti Cristo, diventa motivo d'imbarazzo per Christiès, la prestigiosa casa d'aste. Christiès, aveva messo in vendita l'opera, valutata dagli 800 mila euro al 1.200.000 mila euro, programmando l'evento per l'11 dicembre. Ma ora il clamore suscitato dal caso costringe la casa a fare marcia indietro: la Dea Madre non sarà ceduta al miglior offerente. Forse c'è di mezzo anche l'indagine avviata a tambur battente dai carabinieri del nucleo tutela e patrimonio culturale di Sassari che vogliono vederci chiaro. L'Arma interrogherà il proprietario del pezzo per capire "come ne sia venuto in possesso e a quale titolo lo detenga". Le norme sono chiare. Chi possiede reperti da prima del 1909, questa la data spartiacque, è in regola. Gli altri violano la legge: sono vietati il possesso e la commercializzazione dei reperti archeologici. Insomma, la situazione è in evoluzione.

E il deputato Mauro Pili, promotore di una campagna di mobilitazione contro "le rapine al patrimonio della civiltà dei sardi" esulta. Per una volta il finale non è scontato, anche se la prudenza è d'obbligo. I termini della vicenda sono ancora controversi.

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