Il segno della gloria: a Roma dipinti, statue e disegni di Antonio Canova

Palazzo Braschi, costruito per papa Pio VI negli stessi anni dell'attività dello scultore veneto, ospita fino al 7 aprile una nutrita rassegna di lavori dell'artista

Il segno della gloria: a Roma dipinti, statue e disegni di Antonio Canova

Statue, gessi, tempere, acqueforti, anche 79 disegni. "Il segno della gloria", si chiama così la bella mostra che fino al 7 aprile ospita al Museo di Roma una nutrita raccolta di opere di Antonio Canova. La rassegna, già di buon livello per la qualità dei pezzi presentati, acquista ancora più valore per il profondo legame con il luogo scelto per l'esposizione.
Palazzo Braschi, oggi sede del Museo di Roma, alla fine del Settecento, cioè negli stessi anni dell'attività dell'artista, era infatti la residenza di papa Pio VI e della sua famiglia. L'edificio, una delle ultime grandi abitazioni nobiliari romane, fu costruito dall'architetto Cosimo Morelli per il nipote del pontefice, Luigi, senza badare troppo alle spese: il tradizionale sistema nepotistico consentì a Pio VI di dirottare al giovane ingenti fondi del Vaticano. Il risultato fu un palazzo fastoso, solenne, molto poco illuminista nella sua struttura e quindi, per l'epoca, decisamente in controtendenza.
Anche Pio Vi era molto poco illuminista. Anzi, difensore strenuo dell'ancient regime e nemico giurato della rivoluzione francese, perse il soglio e poi la vita travolto dalla ventata napoleonica. Il geniale scultore di Possagno invece, pur rifiutando i ripetuti inviti a trasferirsi alla corte di Parigi, lo celebrò l'imperatore in alcuni celebri lavori.
Quanto alla mostra, molta attenzione è dedicata allo studio, all'abbozzo, cioè alla nascita delle idee che preannunciano i capolavori. Per la prima volta il disegno di Canova da tre punti di vista: lo stile, il rapporto con gli artisti contemporanei e la "prima idea" per l'opera realizzata. In particolare l'esposizione, curata da Giuliana Ericani, individua due principali percorsi di lettura dell'opera canoviana: il legame con la scultura antica delle collezioni romane quello con i personaggi storici e della cultura del suo tempo. Del primo fanno parte i disegni per tre importanti opere realizzate: la "Venere Italica", il "Creugante e Damosseno" e l'"Ercole e Lica". Della seconda gli schizzi per i monumenti e le sculture di quali Napoleone Bonaparte, Maria Luisa d'Asburgo, George Washington, Vittorio Alfieri, Orazio Nelson, Paolina Borghese.
I 79 disegni sono stati selezionati dai 1800 circa che costituiscono la più grande raccolta al mondo.

Li donò a metà dell'ottocento al museo civico di Bassano del Grappa Giambattista Sartori Canova, fratellastro dell'artista e suo erede universale. Sono accompagnati da 15 acqueforti delle opere realizzate, 6 modelli originali in gesso, 4 tempere, un dipinto ad olio, due terracotte e due marmi.

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