Quando a Capo Trafalgar era l'alba del 21 ottobre 1805, le forze francesi dominavano l'Europa continentale, mentre il Regno Unito controllava ancora i mari. La flotta di Londra aveva ingaggiato una lunga guerra contro l'Impero francese per riuscire a colpire i traffici commerciali di Parigi e resistere alle ipotesi di invasione da parte dell'Armata napoleonica. Napoleone voleva l'Europa, ma per farlo doveva passare per Londra, ultima vera fortezza - insieme alla fatale Russia - che poteva contrapporsi alle mire francesi.
La Royal Navy si era dimostrata in quegli anni uno dei peggiori nemici dell'Impero napoleonico. Praticamente invincibile sulla terra, l'Armata non era riuscita a creare nel Mediterraneo e nell'Atlantico una forza di pari valore. Un ostacolo che aveva dato non pochi problemi all'imperatore dei francesi, tanto da pensare a un piano per sconfiggere il Regno Unito portando direttamente le sue temibili forze di terra sul suolo britannico. Un'invasione che doveva avvenire con 160mila uomini fatti convergere su Boulogne da ogni parte dell'impero.
Il piano di Napoleone
Il piano aveva però bisogno di una condizione senza la quale sarebbe stato impossibile invadere il territorio della Corona: l'annientamento della flotta britannica. Napoleone conosceva perfettamente le sue forze e i suoi nemici. Sapeva che gli inglesi si potevano sconfiggere, ma per farlo gli occorreva tempo e soprattutto fiaccarne le forze. Uno scontro frontale con la Marina di Sua Maestà sarebbe stato rischioso, specialmente con un impero che ancora era in grado di rifornire di materie prima e oro la madrepatria.
La svolta arrivò dalla Spagna. Nel 1804, Madrid decise di allearsi con Parigi offrendo all'imperatore le sue navi e i suoi porti. Una mossa che serviva agli spagnoli per cercare di colpire quell'impero che tanto aveva colpito il loro nelle Indie. Con la Spagna alleata ì, Napoleone pensò che fosse giunto il momento di sbarcare definitivamente in Inghilterra e diede ordine alle due flotte, quella a Brest e quella Tolone, di convergere nell'Atlantico prima per assaltare la Royal Navy negli oceani e poi per liberare i vari porti dell'impero tenuti sotto scacco dalla marina britannica. Solo dopo aver raccolto una flotta che ricordava l'Invincibile Armada, i suoi uomini avrebbero avuto il campo libero per partire da Calais alla volta delle bianche scogliere di Dover.
Inizia la sfida
Il 30 marzo del 1805 scattò il piano di Napoleone. L'imperatore, che già aveva avuto grossi problemi con la flotta sia in Egitto che in Irlanda, ordinò all'ammiraglio Pierre de Villeneuve di salpare da Tolone e dirigersi verso le Antille. Dopo 34 giorni di navigazione, Villeneuve raggiunse i Caraibi, ma nel frattempo, la flotta inglese comandata da Horatio Nelson aveva iniziato una terrificante caccia per riuscire a colpire i francesi nell'Atlantico. In soli 24 giorni, Nelson raggiunse le Antille con le sue navi ma non riuscì mai davvero a prendere i francesi. La flotta napoleonica fece così rotta verso le coste spagnole mentre Nelson prese la via di Gibilterra. Villeneuve si formò a Vigo dopo un primo scontro gli inglesi, poi, non ricevendo alcuna notizia sui movimenti di Londra, decise di fare rotta verso Cadice.
Passato poco più di un mese, Villenevue ricevette l'ordine di muovere verso Napoli. La sua fanteria di marina serviva per l'Europa. L'ammiraglio francese prese il largo ma Nelson, che nel frattempo aveva ripreso la caccia del nemico, era in agguato nell'Atlantico. I francesi lo sapevano benissimo: più volte avevano avvistato o avuto notizia della Royal Navy che incrociava Cadice, ma nessuno l'aveva ancora sfidato. Villeneueve decise che era giunto il momento. Alcuni storici dicono perché voleva rifarsi delle accuse di codardia o di incapacità mosse dagli alti piani di Parigi, altri per le capacità di Nelson di ingolosire il nemico mostrandogli una flotta più piccola di quella che era in realtà. Quello che è certo è che Villeneuve e Nelson iniziarono lo scontro. E il luogo prescelto fu Capo Trafalgar, a metà strada tra Cadice e Gibilterra.
La battaglia di Trafalgar
Il 21 ottobre del 1805 le due flotte arrivarono a portata di vista. La Marina inglese si presentò con 27 vascelli, quattro fregate e due corvette, per un totale di circa 17mila uomini e 2.164 cannoni. I francesi (con gli spagnoli) avevano 33 vascelli, cinque fregate e due corvette, per un totale di 21mila uomini e 1326 cannoni. Alle 11:45, Nelson diede l'ordine di impartire un segnale a tutta la flotta. I marinai guardarono verso le bandiere della Victory e lessero tutti un unico messaggio: "England expects that every man will do his duty". "L'Inghilterra si aspetta che ogni uomo faccia il suo dovere". La battaglia ebbe ufficialmente inizio.
Nelson aveva previsto ogni mossa e fece partire un piano temerario ma diabolico, che prese di sorpresa l'intera flotta francese al largo di Trafalgar. L'ammiraglio ordinò di schierare la flotta in due colonne: una con 12 vascelli e la "Victory"; l'altra con 15 navi e la "Royal Sovereign" dell'ammiraglio Collingwood. L'obiettivo era quello di sfondare la linea nemica al centro, affondare le ammiraglie e fare in modo che le navi inglesi fossero coinvolte in duelli singoli con i vascelli che rientravano.
Collingwood si diresse verso il vascello spagnolo "Santa Ana" colpendo il fianco sinistra della flotta franco-spagnola. Un'ora dopo arrivò la squadra di Nelson, che non solo isolò l'ammiraglia nemica, ma spaccò in due tronconi la flotta avversaria. La mossa fu decisiva e iniziarono gli scontri tra le singole navi. La "Victory" evitò di essere speronata dalla francese "Redoutable" grazie a una virata impartita dallo stesso Nelson, Villeneuve, invece, si arrese consegnandosi alla fregata britannica "Conqueror". Una a una, le navi francesi e spagnole caddero sotto i colpi dei cannoni inglesi e dei suoi uomini. Alle 16 e 40 del 21 ottobre 1805 la battaglia di Trafalgar era finita.
I caduti e le conseguenze
Le perdite tra i franco-spagnoli furono di settemila uomini, tra morti e feriti. Gli inglesi contarono 400 morti e circa 1200 feriti. Tra i caduti, c'era colui che rese possibile il trionfo a Trafalgar, Horatio Nelson. Colpito alla schiena da un tiratore scelto a bordo della "Redoutable", l'ammiraglio inglese resistette agonizzante fino alla fine della battaglia, per poi spirare solo alla fine dello scontro. Un'immagine eroica che gli valse gli onori di tutta la flotta e del Regno che riconobbe in lui l'uomo che schiantò definitivamente ogni sogno di conquista di Napoleone, consegnando al Regno Unito la supremazia sui mari per almeno un secolo.
Dopo il Nilo e il Mediterraneo, Nelson morì coronando in maniera tragica la sua vita al servizio della Corona e della guerra a Napoleone.
La Francia rivoluzionaria imparò invece una lezione tremenda: per vincere in mare non basta una flotta, serve una Marina. Napoleone, anche a causa di errori molto grossolani nella gestione delle sue navi, lo comprese troppo tardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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