Lo sapete che da queste parti siamo fissati con Luigi Einaudi. Quella di oggi è una perla. Uno di quei gioielli rari, che chi possiede fa fatica a condividere. Figuratevi un po' voi, se pensa minimamente di disfarsene. È un libretto di 127 pagine, intitolato, con voluto understatement genovese-sabaudo: Luigi Einaudi. Edito dalla genovese Ecig (Edizioni culturali internazionali Genova) nel 1993. E scritto da uno storico avvocato e studioso liberale come Gianni Marongiu. Classe 1937, suggeritore di alcune ricette fiscali pensate un po' voi anche di Beppe Grillo (la parte buona evidentemente del grillismo), e così descritto da Sergio Ricossa: «Marongiu è un giurista, io sono un economista, non apparteniamo alla stessa generazione, ma ci intendiamo al volo, perché abbiamo delle guide spirituali proprie a entrambi, e fra queste Luigi Einaudi». Il libro prezioso per le sue superbe note (che ci portano a braccetto tra tutti i conoscitori dell'ex presidente della Repubblica) è una biografia intelligente e ben pensata. Piena di aneddoti (viene riportato quello, ricordato da Ennio Flaiano, del pranzo al Quirinale in cui Einaudi chiede ai commensali di condividere una pera con lui perché troppo grossa), rappresenta il racconto del liberalismo del nostro.
Marongiu ci ricorda questo passo di Einaudi: «L'uomo deve trovare in se stesso, nel suo animo, nella forza del suo carattere, la libertà che va cercando. La libertà è spirito, non è materia. Il prigioniero, il quale potrebbe riacquistare la libertà se chiedesse grazia al tiranno e non la scrive perché non riconosce nel tiranno e nei suoi giudici la potestà di giudicarlo, è un uomo libero. L'eretico, il quale potrebbe con l'abiura o anche solo con la dissimulazione, l'ebreo, il quale potrebbe, facendosi marrano, salvare la vita, ed invece confessa la sua fede e cammina diritto verso il rogo, è uomo libero».Einaudi scrive da padreterno, e soprattutto ci ricorda come le fondamenta del pensiero liberale siano tutte in questa favolosa, anche se non esplicita, critica del materialismo storico di stampo marxiano: «La libertà è spirito, non è materia».
Nella nota polemica con Benedetto Croce noterà ancora: «l'essenza del liberalismo, che è la libertà spirituale, non può sopravvivere là dove la società civile è interamente dominata e plasmata dallo Stato». Bravo Marongiu a raccogliere, in poco più di 120 pagine, il succo del nostro amato Einaudi. Chissà se qualcuno si è preso la briga di ripubblicare questo prezioso libretto. Io non lo vendo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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