Le cure gratis ai clandestini costano 42 milioni

OSPEDALI Solo i ricoveri sono costati oltre 37 milioni di euro: «Le aziende che li sfruttano guadagnano ai danni di tutti»

Una somma da 42 milioni e 551mila euro in un anno, pagata dai contribuenti per finanziare l’assistenza sanitaria agli immigrati clandestini in Lombardia. Una cifra pari a una maxi-vincita al Superenalotto, anche se in questo caso i cittadini invece di riscuoterla sono stati costretti a sborsarla di tasca propria. Poco importa se per circa tre quinti, ben 26,3 milioni di euro, è stata corrisposta dal ministero dell’Interno e per i restanti 16,3 milioni dal Pirellone. Una legge del 1998, approvata ai tempi del primo governo Prodi, permette infatti agli stranieri irregolari di usufruire di cure gratuite senza essere segnalati alle autorità. E dai dati diffusi dall’assessorato alla Sanità della Regione emerge che in Lombardia nel corso del 2007 gli extracomunitari che ne hanno usufruito sono un numero particolarmente elevato. Ben 14.910 i clandestini ricoverati negli ospedali, per una spesa complessiva di oltre 37 milioni e 49mila euro di cui 13,7 milioni pagati dalla Regione e 23,4 dal ministero. E con una spesa pro-capite molto alta anche per ciascun degente, pari a ben 2.285 euro. Mentre per le visite in ambulatorio sono stati spesi in tutto 5 milioni e 502mila euro (2,6 dalla Regione e 2,9 del ministero). Confrontando i dati degli ultimi 3 anni, balza agli occhi che ad aumentare è soprattutto la spesa per le visite negli ambulatori, passata dai 3 milioni e 353mila euro nel 2005 ai 4 milioni e 780mila euro nel 2006 e ai 5,5 milioni nel 2007. Il costo totale dei ricoveri passa invece dai 35 milioni e 376mila euro nel 2005, ai 38 milioni e 747mila nel 2006, assestandosi a 37 milioni l’anno scorso. Con un’impennata, dal punto di vista del numero di degenti clandestini, registrato nel 2006 quando sono stati 18.150, contro i 17.149 del 2005 e i quasi 15mila del 2007. Un dato che si spiega soprattutto con il fatto che, dal gennaio 2007, i romeni non sono più considerati extracomunitari in quanto il loro Paese è entrato a far parte dell’Ue. Come osserva Giancarlo Blangiardo, demografo ed esperto di statistica dell’Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità), «il primo dato a saltare agli occhi è l’altissima percentuale di clandestini degenti in ospedale. Se in Lombardia si trovano infatti 150-180mila irregolari, significa che l’8% di loro è stato ricoverato almeno una volta in un anno. Un numero significativo, se si pensa che molti dei clandestini sono giovani e, almeno al momento dell'espatrio, in buona salute».

E aggiunge Blangiardo: «Queste statistiche evidenziano anche che l’immigrazione clandestina non è qualcosa che serve innanzitutto per rispondere a una necessità di manodopera del mercato del lavoro. Soprattutto in Italia e in Lombardia, dove il welfare non è a carico dell’imprenditore, sono un costo per gli enti pubblici. Mentre le aziende che li sfruttano finiscono per guadagnarci ai danni della collettività».

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