L' edizione princeps di Moby Dick e una serie di autorevoli blog di cucina. I meme più cliccati e la bibbia, nella sacra - e sacrale - prima edizione a stampa dei fratelli Gutenberg. E ancora il gusto horror di siti come Creepy pasta o Slender man, accanto all'originale della Dichiarazione di Indipendenza americana. Sembra l'eterogeneo scaffale di un adolescente incerto fra classici della cultura e il pallino della contemporaneità. E, invece, questa è la biblioteca del Congresso, per gli amici Loc - www.loc.gov.it per «surfare» fra le sue mille risorse -: ha aperto i battenti nel 1800 a Washington, nel monumentale palazzo Jefferson, testimone dell'American Renaissance e potrebbe far storcere il naso ad Alessandria, quella d'Egitto, sede della celebre biblioteca, campione dell'antichità.
Alla Loc, con il covid che sta squassando gli Stati Uniti, hanno preso ancora più sul serio la loro mission: bando ai pudori e alle false riverenze. Qui c'è da salvare un mondo non solo dalla pandemia, ma anche nella sua memoria più corta: per comprendere l'attualità serve anche fissare tutto ciò che passa nella rete. O meglio ciò che si riesce a salvare prima che il web lo inghiotta per sempre. Il virus ha impresso un'accelerazione decisa a questa imponente «arca di Noè» che naviga nei meandri più reconditi della conoscenza, dove un documento controfirmato da un presidente può valere quanto una raccolta di parodie stile Gif, le immagini animate. Parola di Loc, la più grande istituzione culturale al mondo in fatto di fondi librari e archivistici, con un patrimonio di 28 milioni di libri, 158 milioni di documenti, in 470 lingue. Per intenderci, le due biblioteche nazionali centrali italiane, Roma e Firenze, annoverano rispettivamente 7 e 6 milioni di libri. Eppure il Belpaese avrebbe qualche secolo in più del nuovo mondo. Quantità e qualità da sempre scorrono parallele a contraddistinguere questo approdo sicuro di tutto il meglio di quanto sia born in the Usa e non solo.
Così, mentre in questi mesi di virus, la biblioteca moltiplicava le iniziative on line, per contrastare la noia del lockdown, i suoi archivi hanno capito che nulla sarebbe stato più come prima e che «certe priorità andavano ridisegnate se volevamo davvero scattare una fotografia accurata dei nostri tempi», spiegano dal desk del Congresso le archiviste in linea. Loro sono quattro, una in più delle Charlie's Angels guidate dal pacioso John Bosley, serie cult di fine anni Settanta, che è naturalmente - già da tempo archiviata nei file di Independence avenue. Il loro, però, è un compito ancora tutto da cliccare e indicizzare. Obiettivo? «Traghettare su quell'arca della modernità tutto il materiale web che possa servire a inquadrare, fissare e tramandare al meglio i nostri tempi». Ogni sfaccettatura, ogni declinazione, «senza usare solo e per forza la lente dell'importanza, dello stile, dell'unicità o del prestigio di un'opera o di un record». Ecco perché Know your meme e altre raccolte possono concorrere altrettanto quanto le ultime uscite di romanzi o la raccolta dei giornali e degli atti della politica a raccontare le mille sfaccettature dell'oggi. Le archiviste sanno di dover fare veloce: «Il mondo digitale corre rapido e ci sono blog, chat rooms, fumetti, ma anche tweet che domani potrebbero sparire dal web».
Qui si lavora sull'effimero, su contenuti ad alto rischio di oblio. Tecnicamente si chiama «materiale grigio» e alla Loc, a dire il vero, hanno imparato già una ventina di anni fa a capire che era necessario archiviare pure quello. Si ampliò così la prima missione dell'American folklife center che in seno alla biblioteca del Congresso, fin dal 1976, racconta il divenire degli Usa, dando conto anche delle ultime forme di comunicazione, social network inclusi. Aggiungi la paura del famoso, mai pervenuto, bug del cambio millennio e della fine del mondo: ecco che l'idea di salvare il salvabile è stato l'imperativo numero uno, lasciando poi ai posteri l'ardua sentenza di giudicare successivamente l'importanza del materiale. «Dopo soli 365 giorni, quell'11 settembre 2001 ci fece riscoprire fragili e caduchi e il progetto si è trasformato in un vero catalogo di cultura digitale», spiegano da Washington. Il dado sembrava tratto: i tanti fatti di cronaca trattati già come storia, accanto al proliferare di nuove forme di espressione digitale. Così, fra i record dell'archivio, ha fatto la sua comparsa anche una bibbia molto particolare: quella in linguaggio Lol, dove versetti e capitoli sono declinati per un mondo tutto felino, creato da Ceiling cat la cui genesi suona così: «In principio era il grande gatto che buca il soffitto: era invisibile e fece cielo e terra».
Effetto Grande Fratello quello vero e anglosassone inventato da George Orwell, o Truman Show - oggi gli scaffali virtuali del Congresso contengono 2130 petabyte che equivalgono a circa 18 miliardi di documenti digitali. «Dividiamo per temi spiega Abbie Grotke, a capo di questa task force -: guardiamo anche all'estero, archiviando siti governativi, campagne di elezioni straniere e estratti di giornali e news di vari paesi, ma li trattiamo inizialmente alla stessa stregua di raccolte di fumetti». Un processo forse impensabile in Italia dove la nostra «stratificazione» culturale non permetterebbe un tale approccio neutrale.
Eppure in questa fase Grotke e le sue angels non hanno dubbi: «Anche un blog di cucina, soprattutto se sta per scomparire, può dire o potrà dire molto, in futuro, di come si vive oggi negli Usa e nel mondo». Anche il capitano Achab sarebbe d'accordo.
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