De Benedetti a Milano, comparsata da 800 milioni

Gli scontri di Arcore hanno mandanti precisi che si guardano bene dallo spor­carsi le mani o rischiare in piazza una manganellata. Sono i signori che sabato hanno aizzato la piazza con­tro Berlusconi al caldo del Palasharp di Milano e che hanno assistito alle cariche nelle loro case lussuose, sor­seggiando champagne ser­vito da filippini sottopagati e in molti casi in nero

Più che fare paura, l’assalto di ieri ad Arcore suscita com­passione. Un pu­gno di ragazzotti e signori patetici mai cresciuti che giocano per un paio d’ore all’intifada. Quale diritto avrebbe violato Silvio Berlu­sconi, quale sopruso avreb­be compiuto nei confronti del popolo sovrano? Nessu­no, e in effetti tra le tante pa­role d’odio riversate nei suoi confronti non una de­nuncia, un abuso, un solo centesimo di euro sottratto alla comunità. Questi fru­strati in cerca di emozioni forti non hanno nulla a che fare con i rivoluzionari ai quali si ispirano. Sono mol­t­o più simili agli ultrà del cal­cio, quelli che intonano i co­ri razzisti contro Balotelli per vedere l’effetto che fa, che sfasciano tutto e mena­n­o tutti a fine partita soltan­to perché la squadra del cuore le ha buscate.

Gli scontri di ieri hanno mandanti precisi che si guardano bene dallo spor­carsi le mani o rischiare in piazza una manganellata. Sono i signori che sabato hanno aizzato la piazza con­tro Berlusconi al caldo del Palasharp di Milano e che hanno assistito alle cariche nelle loro case lussuose, sor­seggiando champagne ser­vito da filippini sottopagati e in molti casi in nero. Tra questi c’è sicuramen­te Carlo De Benedetti, l’edi­tore di Repubblica, che sa­bato ha tenuto a battesimo il nuovo movimento-parti­to di Saviano e soci. In molti si sono chiesti come mai De Benedetti, uno che ha am­messo di aver pagato tan­genti e commesso falso in bilancio, fosse in prima fila ad applaudire i giustiziali­sti. Le risposte possibili so­no due. La prima: era gratis, cosa non ininfluente per chi lo conosce. La seconda: tra pochi giorni il Tribunale di Milano dovrà decidere se confermare o no il risarci­mento di 800 milioni di eu­ro che un giudice, quello con i calzini azzurri per in­tenderci, gli ha concesso nella causa da lui intentata contro la famiglia Berlusco­ni sulla vicenda del passag­gio di proprietà della Mon­dadori. Va da sé che farsi ve­dere pubblicamente come sponsor del duo Boccassini-Saviano può agevolare la benevolenza della corte.

Cosa non si fa per ottene­re ingiustamente e con l’aiuto dei giudici 800 milio­ni. Come non capirlo.

Che se poi, seguendo il suo esempio, fuori da Arcore ci fosse scappato il morto du­rante gli scontri, pazienza. Sicuramente i parenti non avrebbero visto neppure un euro di solidarietà. Ma Repubblica avrebbe dato dei fascisti a Berlusconi e al­la Polizia.

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