De Corato e Masseroli sfidano l’Area C con il calesse

La scena più surreale della giornata, è l’ingresso di un calesse in corso Venezia: a bordo il capogruppo del Pdl Masseroli e l’ex vicesindaco De Corato, che "sfidano" le telecamere entrando a cavallo nella Cerchia. I leghisti distribuiscono finti lasciapassare: "Gente, per andare a lavorare vi tocca pagare 5 euro"

De Corato e Masseroli sfidano l’Area C con il calesse

La scena più surreale della giornata, è l’ingresso di un calesse in corso Venezia. Va bene l’invito del sindaco Giuliano Pisapia a cambiare abitudini per venire in centro, ma nessuno pensava di tornare a muoversi a cavallo come nell’Ottocento. E per fortuna i milanesi non sono arrivati a tanto, è la provocazione messa in scena dal centrodestra per protestare contro Area C nel giorno «uno». A bordo il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli e l’ex vicesindaco Riccardo De Corato, che «sfidano» le telecamere entrando a cavallo nella Cerchia dei Bastioni. «Con il calesse non si paga, ma così Pisapia ci fa regredire al passato - spiegano i rappresentanti del centrodestra, che da settimane raccolgono firme per indire un controreferendum.
Ai varchi manifestano per tutta la mattina i leghisti. Il capogruppo Matteo Salvini arriva in piazza Conciliazione intorno alle 10.30. Sotto due telecamere ci sono le pattuglie dei vigili a dare informazioni ai pendolari che arrivano in auto, i lumbard piazzano i cartelli anti-tassa e distribuiscono deii finti «lasciapassaee»: «Cinque euro per andare a lavorare, i lavoratori ringraziano Pisapia» c’è scritto. I due partiti si riuniscono nel tardo pomeriggio davanti a Palazzo Marino. In aula deve iniziare il consiglio comunale convocato proprio sull’Area C, fuori i leghisti indossano le magliette «Pisapia C tassa», diversi i consiglieri di zona presenti alla manifestazione, circa duecento persone rispondono all’appello lanciato nei giorni scorsi dal Pdl per firmare contro la stangata. Pochi alle 17.30. Ma evidentemente molti hanno aspettato di uscire dall’ufficio se circa due ore dopo i consiglieri (da Giulio Gallera a Pietro Tatarella, Marco Osnato, Matteo Forte) che si sono messi a vidimare le firme con i banchetti allestiti nella Sala degli Arazzi, ne hanno raccolte duemila in due ore. E la petizione a questo punto è arrivata dall’inizio della raccolta intorno a quota 4.500. Ci sono residenti come Roberto P., pensionato che vive in piazzale Susa e gira «solo a piedi o con i mezzi, non uso più l’auto da anni, ma non è giusto che chi lavora o vive in centro debba pagare per entrare, tutti devono avere il diritto di circolare in auto. Peraltro su un’area così piccola non ha il minimo effetto sullo smog». Elisabetta B. vive fuori dal centro ma la madre sta in zona 1 e «per venire ad assisterla non mi posso permettere di pagare ogni volta 5 euro di ingresso». Maria Laura L. invece sta proprio all’interno della ztl, in via Moscova. É una radical-chic? «Mecchè, ho una famiglia numerosa e devo fare la spesa al supermercato almeno una o due volte a settimana, e non ci posso andare a piedi. Non bastano 40 pass all’anno».
Contro i «piagnistei dei radical-chic del centro» se l’era presa giorni fa la capogruppo del Pd Carmela Rozza. Ieri al primo giorno di Area C è soddisfatta dell’impatto del provvedimento sulla città. «La scarsa partecipazione dei cittadini alla raccolta firme - sostiene - dice che i milanesi sono più convinti della nostra posizione».

E attacca il presidente della Provincia Guido Podestà che ha sollecitato altri provvedimenti invece di fare cassa con una misura poco efficace: «C’è sempre il partito dei benaltristi, ci declini cos’altro è possibile fare».

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