Una decisione normale

«Quella sceneggiata da Santoro difficilmente la passerà liscia», avevamo scritto del giudice Clementina Forleo il 27 giugno scorso. Ora, per decisione del Csm, la notizia del suo trasferimento d’ufficio: lascerà Milano proprio per le sparate che fece ad Annozero. E non dite che eravamo stati facili profeti: che un magistrato venga perlomeno trasferito, in Italia, resta un evento soprattutto se sovraesposto e santificato come nel suo caso. Riassumendo: un giudice, il 25 ottobre scorso, se n’è andato in televisione e si è messo a denunciare gravi pressioni istituzionali subite da magistrati e forze dell’ordine: e questo prima di aver fatto denuncia al Csm. Non solo. Questo giudice ha detto che alcuni suoi colleghi, con lei titolari dell’inchiesta Unipol, stavano insabbiando tutto. Dettaglio: non era vero niente. Anzi, il Csm ha sancito che lei si è mossa con «eccessiva disinvoltura», «marcata carenza di equilibrio», «abnorme personalizzazione» e «propensione a condotte vittimistiche».

Se poi aggiungessimo altre considerazioni personali (nostre) su una personalità a dir poco sopra le righe, oltreché umorale, chiassosa, ciclotimica, eccentrica, be’, concluderemmo che un personaggio del genere, nel nostro Paese normale, forse non dovrebbe proprio fare il magistrato. Non siamo nel nostro Paese normale, per ora, ma ci accontentiamo volentieri.

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