Denaro, Ismaele e Susanna. La Bibbia che va in scena

Luca Doninelli e il ciclo di spettacoli: "Ormai le fiction si ispirano alle Scritture, noi non le conosciamo più"

Denaro, Ismaele e Susanna. La Bibbia che va in scena
00:00 00:00

L'ispirazione è nata con «La passione secondo i nemici», Pilato, Caifa ed Erode, di Luca Doninelli, ma non è finita lì, anzi è cresciuta fino a diventare stagione teatrale. Quest'anno tocca a quattro donne confrontarsi con «La Bibbia che non ti aspetti», produzioni originali del Teatro degli Angeli, "succursale" del Teatro Oscar di cui Luca Doninelli è direttore artistico insieme con Gabriele Allevi e Giacomo Poretti. A febbraio scorso la drammaturga Angela Dematté si è lanciata in «Morte e Resurrezione di Cristo secondo Dioniso». Il prossimo appuntamento è domani, 11 marzo, con la cantautrice Maria Antonietta, autrice di «Dio non è un contabile», che si misura con il tema del denaro. Seguiranno a marzo e ad aprile le narratrici Carmen Pellegrino e Elena Stancanelli, la prima porterà in scena la vicenda di Ismaele e Isacco, la seconda Susanna e i vecchioni.

Ma perché «la Bibbia che non ti aspetti?», chiediamo al curatore del ciclo, Luca Doninelli. «Perché non la conosciamo. Da bambino mi hanno raccontato che Esaù ha venduto la primogenitura per un piatto di lenticchie ma non è così, la storia del sacrificio di Isacco non è così». Quel che lamenta Doninelli è l'ignoranza che ci è cascata addosso sui contenuti della Bibbia, uno dei grandi colossi della cultura occidentale. Spiega: «Non importa se credi o no. Stiamo perdendo la grammatica, il parametro storico-culturale per capire gli affreschi di Giotto e i bassorilievi di Nicola Pisano, ma anche per leggere Joyce, Beckett, Proust perché anche loro la conoscevano a memoria. "Giuseppe e i suoi fratelli" di Mann non avrebbe senso senza il libro della Genesi, anche l'inizio di "Moby Dick" con «Chiamatemi Ismaele», ma se non sai chi è... Ultimamente mi è capitato di leggere una bellissima prefazione a "Il console onorario" di Graham Greene ma non c'è un cenno al fatto che è ispirato alla figura di Gesù».

Come gli autori del passato, tra i quali Sandro Veronesi, Andrea Tarabbia, Paolo Cognetti, Nicola Lagioia, le quattro drammaturghe hanno potuto godere della massima libertà, sia nella scelta dell'argomento che nel modo di trattarlo. Unica indicazione della committenza è guardare dentro la Bibbia, che vuol dire anche mistero: «Dio sceglie Giona che è un vigliacco incredibile per salvare gli abitanti di Ninive, un bipolare come Isaia che sconfigge i sacerdoti di Baal e poi si vuole suicidare, Mosè che balbetta, sopporta le malefatte di Davide. Ma non sopporta Saul perché in guerra con i Filistei officia un sacrificio come sacerdote.

È come se accettasse i re ma a patto che potere spirituale e temporale rimangano divisi, perché voler instaurare il regno di Dio in terra è la base di ogni violenza: il famoso "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". Ormai anche gli sceneggiatori delle fiction si ispirano alla Bibbia, noi invece non la conosciamo».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica