Depardieu e il paparazzo. A Roma botte da dolce vita

L'attore prende a pugni il fotografo Barillari in via Veneto

Depardieu e il paparazzo. A Roma botte da dolce vita
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Sembra di vedere la scena. Ma non sai se si è messa in moto la macchina del tempo e si è tornati alla Dolce vita. Ieri a pranzo, attovagliato all'Harry's Bar della romana via Veneto, c'era sua maestà Gérard Depardieu intento a ingollare - le foto non mentono - un piatto di amati spaghetti (la carbonara è la principale indiziata). Accanto a lui la giovane compagna. Il divo francese, 75 anni molto vissuti anche a tavola, alla faccia di qualsiasi dieta, avrà pensato probabilmente di passare inosservato in una calda Capitale sonnacchiosa, nel momento in cui tutto il mondo del cinema è al festival di Cannes.

Ma, appostato lì fuori, c'è il cosiddetto «King dei Paparazzi», il mitologico Rino Barillari (nella foto) che, a 79 anni in servizio permanente ed effettivo, si mette a fare il suo lavoro, ossia scattare foto. Ed ecco che la ragazza - «bella, bellissima» dirà il fotografo - se ne accorge e inizia a tirargli del ghiaccio preso dal secchiello del vino bianco: «Una cosa normale, i personaggi famosi 'sta scena la fanno sempre» dice Barillari con il tipico fare romanesco disilluso di chi ha visto di tutto (tra l'altro anche un cazzotto in faccia da Peter O'Toole e un calcio sotto la cintura da Ava Gardner). Ma certo non si aspettava il seguito in cui «lei è arrivata verso di me dicendo merd. Io ho fatto un passo indietro e le ho sorriso. Ma poi è arrivato lui. Mamma mia quanto è grosso, non ho fatto in tempo a capire quello che stava succedendo che mi ha dato tre cazzottoni in faccia, mi fa male tutto il lato destro. Ho beccato la sveglia, qui è tornata la Dolce vita da capo. A Cannes fanno il cinema e qui le stronzate». Barillari, assistito dal titolare del locale, Piero Lepore, che ha chiamato i soccorsi, è stato portato in ospedale in codice verde per una ferita all'altezza del sopracciglio.

Flashback. Esterno notte. Sempre via Veneto ma nel 1957.

Walter Chiari insegue correndo come una lepre - altri tempi e altri fisici - il celebre fotografo Tazio Secchiaroli che cerca di paparazzare lui e Ava Gardner al tavolino di un caffè. Fotografa a sua volta la scena Elio Sorci che fissa per sempre l'immagine entrata anche nella testa di Federico Fellini il quale, tre anni dopo, gira La dolce vita e rende via Veneto immortale. Ancora oggi.

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