Tank Abrams per Taiwan: la mossa per fermare lo sbarco cinese

I primi 38 mezzi, in arrivo a dicembre, andranno a rafforzare ulteriormente la deterrenza di Taiwan. L'isola riuscirà a tenere testa ad una ipotetica offensiva cinese?

Tank Abrams per Taiwan: la mossa per fermare lo sbarco cinese
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Dopo anni di ritardo Taiwan riceverà i primi carri armati Abrams americani. I primi 38 mezzi, in arrivo a dicembre, andranno a rafforzare ulteriormente la deterrenza dell'isola. Ma c'è già chi si chiede se questi tank riusciranno a fronteggiare l'esercito cinese in caso di un'ipotetica offensiva di Pechino. La notizia dell'imminente consegna, inoltre, è coincisa con l'annuncio da parte di Washington del più grande pacchetto di aiuti militari mai realizzato per Taiwan, nell'ambito della Presidential Drawdown Authority (PDA). L'amministrazione Biden ha infatti autorizzato il suo segretario di Stato a "dirigere il prelievo fino a 567 milioni di dollari in articoli per la difesa, servizi del Dipartimento della Difesa e istruzione e addestramento militare per fornire assistenza a Taiwan".

Abrams a Taiwan

Se quest'ultimo pacchetto dovrebbe comprendere, secondo il sito Defence News, scorte, armi anticarro, sistemi di difesa aerea e strumenti di sensibilizzazione multi-dominio, i riflettori sono puntati sui carri armati pronti a sbarcare sull'isola contesa. Il South China Morning Post ha scritto che gli M1A2T potenzieranno significativamente le difese di Taiwan, soprattutto scoraggiando potenziali attacchi attraverso lo stretto da parte delle forze di Pechino. Il ministero della difesa taiwanese ha inoltre fatto sapere che i carri armati da battaglia americani di terza generazione sostituiranno i vecchi modelli M60A3 e M49 di fabbricazione statunitense. E che l'M1A2T è superiore al carro armato da battaglia principale Type 99 dell'esercito cinese, citando la migliore potenza di fuoco, mobilità e capacità di protezione dell'Abrams.

Gli Abrams rappresentano un jolly da giocare per scongiurare assalti anfibi. Le loro capacità comprendono un cannone a canna liscia da 120 mm, in grado di penetrare 850 mm di acciaio omogeneo, e una gittata di tiro fino a 4.000 metri, efficace per attaccare i carri armati nemici da lontano. Taiwan dovrebbe schierare questi mezzi lungo la sua costa settentrionale, considerata l'obiettivo più probabile in caso di offensiva nemica. Attenzione però, perché c'è chi ha espresso dubbi sulla fattibilità di schierare i suddetti tank in territorio taiwanese.

Wang Kung-yi, capo della Taiwan International Strategy Study Society, un think tank con sede a Taipei, sostiene che il paesaggio urbano dell'isola, insieme alla potenza missilistica e navale dell'esercito cinese, limiterebbero l'efficacia degli Abrams. "I carri armati potrebbero fungere da deterrente durante gli sbarchi costieri, ma nel combattimento urbano, le loro grandi dimensioni e il loro peso ne limiterebbero la mobilità", ha affermato Wang.

Il monito della Cina

La Cina ha intanto esortato gli Stati Uniti a "smettere di armare Taiwan". "La più grande minaccia alla pace e alla stabilità e il danno più grande allo status quo nello Stretto di Taiwan sono le attività separatiste" e "la collusione e il sostegno fornito loro da forze esterne guidate da gli Stati Uniti", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian.

Nella stessa occasione ha valutato che l'indipendenza di Taiwan è "un vicolo cieco" e che "l'insistenza degli Stati Uniti nel favorire l'indipendenza con la forza" farà sì che Washington "finisca per subire le conseguenze delle proprie azioni".

"Non importa quante armi gli Stati Uniti forniranno a Taiwan, ciò non farà vacillare la nostra ferma determinazione ad opporci all'indipendenza di Taiwan e a difendere la sovranità nazionale e l'integrità territoriale", ha aggiunto il portavoce, invitando Washington a "rispettare il principio di una sola Cina".

La questione taiwanese è uno dei principali punti di attrito tra Pechino e Washington, in quanto gli Stati Uniti sono il principale fornitore di armi di Taipei e potrebbero difendere l'isola in caso di conflitto.

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