Le armi, i tunnel e gli sfollati: tutti i rischi di una guerra tra Hezbollah e Israele

Hezbollah possiede una componente militare diversa da quella di Hamas: è meglio addestrata e ha una maggiore esperienza di combattimento. L'avvertimento di Blinken e le considerazioni degli analisti.

Le armi, i tunnel e gli sfollati: tutti i rischi di una guerra tra Hezbollah e Israele

I combattimenti al confine con il Libano si stanno intensificando e Israele potrebbe davvero trovarsi di fronte alla scelta di aprire un "secondo fronte" di guerra. Un conflitto con Hezbollah sarebbe molto diverso dal conflitto asimmetrico che si sta ormai trascinando tra le macerie provocate da otto mesi di guerra nella Striscia di Gaza. La componente militare del Partito di Dio libanese e molto diversa da quella di Hamas, e le Forze di Difesa israeliane si troverebbero ad affrontare un nemico che ha più armi, più esperienza, ed è meglio collegato il principale sponsor dell'antisionismo: Teheran.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato ieri che "sebbene non credesse che Israele ed Hezbollah cercassero una guerra" c'è un "potenziale slancio in questa direzione". Dopo l'attacco missilistico lanciato la scorsa settimana in segno di rappresaglia per il raid aereo israeliano che ha eliminato il più alto ufficiale di Hezbollah dall'inizio del conflitto, la preoccupazione per un aumento di intensità tra gli scontri nel settore settentrionale di Israele torna a preoccupare gli analisti che vedono nell'apertura del secondo fronte un pericolo sensibile per lo Stato ebraico e per l'integrità stessa del Libano. Uno stato precario che si regge su un equilibrio labile a livello politico ed economico.

Dopo il 7 ottobre i combattimenti al confine settentrionale sono stati sporadici e limitati. Per mesi Hezbollah - sostenuto dall'Iran che ha scongiurato l'escalation dopo lo scambio di attacchi con Israele nelle due settimane di massima tensione di aprile - ha lanciato migliaia di razzi, missili anticarro e droni sul territorio israeliano senza causare danni sensibili. L'Aviazione dello Stato ebraico ha sempre risposto con attacchi aerei su depositi di munizioni o basi per il lancio di missili e droni. Ma la situazione potrebbe cambiare.

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha ammesso che i vertici politici e militari stanno prendendo una decisione sull'entrare o no in guerra contro la milizia sciita libanese. Avvertendo che "in una guerra totale, Hezbollah sarebbe distrutto e il Libano duramente colpito". Ma questo si tradurrebbe in perdite per l'Idf e probabili perdite nella popolazione israeliana che potrebbe essere anche sottoposta a raid di rappresaglia con armi più sofisticate di quelle impiegate fino ad oggi da Hezbollah.

Un avversario diverso da Hamas

Hezbollah si rivelerebbe un avversario estremamente diverso da Hamas secondo gli analisti. Attualmente l'organizzazione paramilitare islamica sciita e antisionista libanese è considerata il "non-state armed actor" più meglio armato del mendo, secondo il Center for International and Strategic Studies.

Come riportato da un'analisi di Foreing Policy, Hezbollah possiede un arsenale sofisticato grazie alle fornitura di Iran, Siria e Russia. E se Hamas rappresentava "una minaccia tattica per lo stato di Israele", "Hezbollah è una minaccia strategica per lo stato di Israele", ha affermato l'ex ambasciatore di Israele negli Stati Uniti Micheal Oren. Un gruppo armato forte di 130.000 razzi e missili che potrebbero portare a "saturazione" i sistemi di difesa aerea israeliana e mietere vittime nei grandi centri scatenando la dura reazione di Israele.

Secondo Oren, che avrebbe visionato alcuni dossier e ipotesi di scenario, Hezbollah mirerebbe alle "infrastrutture essenziali" come le raffinerie di petrolio e le basi aeree. Ma il rischio più grande sarebbe un raid su Dimona, il sito per la ricerca nucleare di Israele che è stato sempre minacciato dagli islamisti come "obiettivo di rappresaglia".

Hezbollah può fare affidamento sull'Iran

Hezbollah e Israele si sono fronteggiati durante la crisi del 2006 per un mese. Da allora il gruppo libanese non ha fatto altro che rafforzarsi in vista di un futuro conflitto con lo Stato ebraico. Ha ampliato il suo arsenale dopo aver acquisito quella che viene menzionata come una "significativa esperienza" sul campo di battaglia della guerra civile siriana. Dove ha combattuto al fianco delle guardie della Rivoluzione dell'Iran in sostegno di Bashar al-Assad.

Secondo l'intelligence israeliana Hezbollah può aver scavato negli anni una rete di tunnel in Libano che potrebbe rivelarsi ancora più estesa di quella scavata da Hamas nella Striscia di Gaza. Ma ben più preoccupante per l'Aman è il fatto che a differenza di Gaza, il Libano non è "geograficamente isolato" dall'Iran che ha sempre stabilito "linee di rifornimento via terra e via aria" attraverso la "terra di nessuno" che passa sulle piste desertiche di Iraq e Siria.

Attraverso queste rotte Teheran potrebbe sostenere le forze di Hezbollah per lungo tempo. Aumentando il rischio di escalation se l'Aviazione israeliana prendesse di mira, come ha fatto in passato, queste linee di rifornimento.

Una "guerra totale" da scongiurare

Molti funzionari e analisti israeliani hanno sempre visto il conflitto asimmetrico di Gaza come "fronte di una guerra più ampia con l'Iran", e sono convinti che "un'escalation con Hezbollah sia praticamente inevitabile", riportano su Foreing Policy. Sempre secondo gli stessi - e nonostante le ultime rivelazioni delle informazioni intercettate per tempo dall'Unit 8200 del Mossad sottovalutate dai vertici della sicurezza israeliana - gli attacchi pianificati da Hamas per il 7 ottobre sarebbero figli del "manuale di Hezbollah" che si è addestrato addestrato a lungo per "invadere Israele via terra".

Possono esserci dei dubbi sulla reale capacità di Hezbollah di penetrare e invadere il territorio israeliano. Tuttavia gli sfollati tra la popolazione civile israeliana aumenterebbero rispetto ai 140mila che hanno già abbandonato le loro abitazioni nelle zone di confine con il Libano per ragioni di sicurezza.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha sempre avvertito che Israele riporterebbe il Libano "all'età della pietra" nel caso scoppiasse una guerra contro Hezbollah.

Considerato il ruolo che potrebbe tornare a giocare l'Iran con il suo programma per ottenere un'arma nucleare, il timore resta sempre che una guerra totale in Medio Oriente - se non scongiurata in tempo - potrebbe riportare all'età della pietra un'intera regione del mondo. Ad essere ottimisti.

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