Le forze armate filippine hanno simulato la riconquista di un'isola caduta nelle mani nemiche. Le esercitazioni militari annuali in questione, denominate Dagat-Langit-Lupa (AJEX DAGIT-PA), sono andate in scena sull'isola di Kota, nel Mar delle Filippine occidentali, nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale. Mentre i soldati di Manila erano impegnati nelle manovre, le navi della Marina cinese osservavano la situazione in lontananza, creando una situazione quasi surreale. "Stiamo avvisando i nostri vicini o chiunque o qualsiasi forza esterna che siamo in grado di difendere le nostre isole", ha dichiarato il generale filippino Romeo Brawner Jr., riferendosi palesemente a Pechino.
Le esercitazioni che scaldano il Mar Cinese Meridionale
Durante le esercitazioni, una fregata della Marina filippina si è avvicinata all'isola di Loaita, che le Filippine chiamano isola di Kota, mentre quattro motoscafi con marines e marinai sono atterrati sulla sua spiaggia. Un aereo dell'aeronautica militare filippina ha quindi lanciato cibo e altri rifornimenti alle forze che hanno ripreso il controllo simulato del territorio. Brawner ha affermato che le navi della Marina cinese che osservano da lontano "hanno aggiunto realismo all’esercitazione". "Durante le esercitazioni, il BRP Ramon Alcaraz (PS-16) si è avvicinato all'isola di Kota, mentre i suoi gommoni a scafo rigido (RHIB) che trasportavano il personale partecipante si avvicinavano alla spiaggia dell'isola", ha riferito l'esercito filippino in una nota.
Scendendo nei dettagli, il personale ha condotto un assalto meccanizzato per riconquistare l'isola, mentre l'NC212i dell'aeronautica militare filippina ha successivamente fornito supporto logistico lanciando rifornimenti essenziali, tra cui cibo e attrezzature, alle truppe impegnate a proteggere la medesima isola. Manila intende difendersi affidandosi alle proprie forze ma anche all'ombrello americano. Il sostegno di Washington all'accesso senza restrizioni al Mar Cinese Meridionale, una rotta fondamentale per il commercio e la sicurezza globale, rimarrà probabilmente una priorità anche per Donald Trump, che dovrebbe continuare a sostenere le istanze filippine in una regione a dir poco turbolenta.
Cosa succede nel cortile cinese
Qualche mese fa gli Stati Uniti avevano avvertito la Cina in merito al fatto che Washington sarebbe stata pronta a proteggere le Filippine nel caso in cui le tensioni tra Pechino e Manila avessero generato un'escalation militare e provocato un conflitto regionale. L'avvertimento degli Usa, per la cronaca, era arrivato a giugno, in seguito all'ennesimo incidente che aveva coinvolto navi filippine e della Guardia Costiera Cinese nel Mar Cinese Meridionale.
Nello specifico, gli Stati Uniti hanno fatto capire di essere "obbligati" a difendere il loro partner asiatico in virtù del Trattato di Mutua Difesa firmato 1951 proprio con il governo filippino, che potrebbe essere invocato anche da Trump qualora la Cina dovesse in qualche modo attaccare il suo rivale regionale. Pare, inoltre, che il Corpo dei Marines delle Filippine (PMC) intenda rafforzare le proprie difese costiere con due batterie aggiuntive di missili del genere da rendere operative entro il 2026.
Ricordiamo che il PMC è già pronto a ricevere tre batterie BrahMos, ciascuna composta da quattro lanciatori con tre missili in grado di colpire obiettivi situati fino a 290 chilometri di distanza. Un'ulteriore acquisizione migliorerebbe significativamente la capacità delle Filippine di contrastare le minacce marittime, in particolar modo quelle cinesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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