L'Artico si sta affermando sempre di più come un'area di cruciale importanza geopolitica. Questa regione non è significativa solo per la sicurezza degli Stati Uniti e del Canada, che sono membri del Comando della Difesa Aerospaziale del Nord America (Norad), ma ha anche un impatto sull'intero equilibrio delle dinamiche globali. Negli ultimi anni, si è assistito a un'intensificazione delle attività militari russe in quest'area, un fenomeno che ha allertato le nazioni occidentali.
Questa situazione ha messo in evidenza l'urgenza di un monitoraggio costante e sistematico dello spazio aereo per garantire la sicurezza e la stabilità della regione. Infatti, il Norad ha recentemente registrato un incremento significativo nella presenza di aerei russi, il che sottolinea la necessità di una risposta coordinata e tempestiva alle complessità geopolitiche emergenti.
Il monitoraggio per i jet russi in volo nell’Artico
La scorsa settimana, il Norad ha monitorato con grande attenzione le operazioni di aerei militari russi nell'area artica. È fondamentale sottolineare però che questi velivoli hanno operato esclusivamente in spazi aerei internazionali, evitando di entrare nelle Zone di Identificazione della Difesa Aerea (ADIZ), stabilite in Alaska e Canada. Questo comportamento ha portato le autorità a non considerare tali operazioni come una minaccia immediata alla sicurezza nazionale. Sebbene, tali manovre potrebbero essere percepite come parte di un contesto più ampio di tensioni geopolitiche che richiedono vigilanza e preparazione.
I pattugliamenti strategici
Per garantire un'efficace sorveglianza e mantenere la consapevolezza del dominio aereo nell'Artico, il Comando della Difesa Aerospaziale del Nord America (Norad), ha attivato pattugliamenti strategici. Aerei da combattimento sono stati dispiegati dalla regione canadese di Norad -CANR verso il nord del Canada, e dalla regione dell'Alaska (ANR) lungo la costa che segna il confine tra Alaska e Yukon. Queste missioni hanno avuto l'intento di monitorare da vicino le attività aeree russe, assicurando che tutto rimanesse sotto controllo e che qualsiasi evoluzione potesse essere affrontata prontamente.
Secondo quanto riferito dalle fonti ufficiali, Il pattugliamento della CANR ha visto la partecipazione di due aerei CF-18 canadesi, accompagnati da un aereo cisterna KC-135, il cui compito è rifornire in volo i velivoli da combattimento. Parallelamente, L ’ANR ha dispiegato due F-35 statunitensi, un aereo E-3 (Awacs) per il controllo aereo e la sorveglianza, e due KC-135 per il rifornimento. Queste operazioni non solo testimoniano l'impegno di Norad nel mantenere una presenza attiva nell'Artico, ma evidenziano anche la sua capacità di rispondere a qualsiasi evenienza.
In aggiunta, poche ore dopo il primo dispiegamento, il Norad ha deciso di inviare due F-16 dall'Alaska in direzione della Groenlandia. Tale azione è stata eseguita in virtù di un accordo di cooperazione con il Regno di Danimarca, mirato a rafforzare ulteriormente la presenza di Norad nell'Artico. È importante notare che anche questa iniziativa non è scaturita da una minaccia immediata, ma piuttosto da un approccio proattivo alla sicurezza regionale.
La rete di difesa stratificata
Per garantire la sicurezza del proprio spazio aereo, il Norad si avvale di una rete di difesa stratificata e altamente tecnologica. Questa infrastruttura include satelliti, radar sia terrestri che aerei, e aerei da combattimento, tutti progettati per rilevare e monitorare le attività aeree in tempo reale. Grazie a questo sistema, il Norad è in grado di informare prontamente le autorità competenti e attuare la risposta più adeguata in caso di necessità.
Il Comando della Difesa Aerospaziale del Nord America rimane costantemente pronto a implementare diverse opzioni di difesa, assicurando così la protezione del continente e nordamericano e la salvaguardia dei suoi spazi aerei in un contesto globale sempre più complesso e interconnesso.
La versione di Mosca
Dalla Tass si apprendeva che, in un panorama di crescente attenzione alle dinamiche di sicurezza nelle regioni artiche, il Ministero delle Situazioni di Emergenza della Russia aveva pianificato un'importante esercitazione della durata di tre giorni. Questo evento, avviato su diretta istruzione del presidente russo Vladimir Putin, mirava a rafforzare la capacità operativa delle forze di emergenza in un'area strategica per la Federazione Russa.
Le esercitazioni si sarebbero svolte in dieci diverse regioni artiche, estendendosi lungo la rotta del Mare del Nord, una via marittima di crescente rilevanza geopolitica. Si prevedeva la partecipazione di circa 2.200 individui, tra cui squadre di soccorso e funzionari provenienti da 25 enti federali, oltre a due grandi corporazioni statali e 17 aziende di rilevanza nazionale. L'inclusione di osservatori provenienti da 25 paesi esteri sottolineava l'importanza internazionale di questo evento. Durante l'esercitazione, sarebbero stati simulati diversi scenari di emergenza, tra cui una nave in difficoltà sulla rotta del Mare del Nord, una valanga in una località sciistica, un incidente ferroviario, un incendio in un grattacielo a basse temperature e operazioni di ricerca e soccorso per un veicolo intrappolato sotto il ghiaccio. Questi scenari erano progettati per testare e valutare la prontezza delle forze russe nel rispondere a situazioni di crisi in condizioni ambientali estreme.
Il punto di partenza delle attività era previsto nella città di Arcangelo, situata nel nord-ovest della Russia. Durante l'evento, si sarebbero tenute 22 conferenze dedicate alla discussione di procedure e strategie di emergenza, favorendo un dialogo costruttivo tra le diverse entità coinvolte. In sintesi, si trattava di un'iniziativa fondamentale per garantire che le forze di emergenza russe fossero adeguatamente preparate a gestire situazioni critiche in una regione caratterizzata da sfide uniche e complesse.
Crescente preoccupazione per la sicurezza nell'Artico
All’interno di un’analisi della Cbs News su quanto accaduto è interessante notare però che nel contesto dell'espansione militare russa nell'Artico, il presidente Vladimir Putin ha recentemente presentato anche due sottomarini nucleari, segnando un incremento significativo delle capacità militari nella regione. Inoltre, secondo il network, la Russia ha effettuato test di missili ipersonici, i quali sarebbero in grado di superare le difese americane, sempre in quell’area .
“Amanda Dory, sottosegretaria alla Difesa degli Stati Uniti per le politiche, ha dichiarato a luglio che l'Artico riveste un'importanza notevole per la strategia di sicurezza e le valutazioni economiche della Russia. Avvertendo che le capacità militari russe nell'Artico potrebbero rappresentare una minaccia per il territorio statunitense e per quelli degli alleati e partner".
Per tale motivo gli Stati Uniti hanno recentemente espresso preoccupazione per le crescenti operazioni militari ed economiche di Russia e Cina nell'Artico. In risposta a queste però, entrambi i paesi hanno tenuto a difendere le loro attività nella regione.
Pechino infatti ha sottolineato di attenersi a "principi di rispetto, cooperazione e sostenibilità", cercando di presentare le proprie operazioni come parte di un approccio responsabile. D'altro canto, Mosca ha affermato di essere impegnata a garantire che l'Artico non diventi un'area di conflitto e tensione.
Questa dinamica, al momento, riflette non solo le aspirazioni strategiche di Russia e Cina, ma anche le sfide che gli Stati Uniti e le altre nazioni devono affrontare nel mantenere la stabilità in una regione così importante e sensibile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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