
La nuova arma
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha recentemente rivelato che l’Ucraina ha testato con successo in combattimento un nuovo sistema missilistico a lungo raggio avente una gittata di 1000 km. Attualmente vi sono speculazioni circa il fatto che un recente attacco contro la raffineria di Tuapse possa essere stato eseguito impiegando tale missile, tuttavia, non vi sono al momento conferme ufficiali. Il programma Neptune è stato avviato dall’Ucraina nel 2010. Tuttavia, esso ha conosciuto sin da subito forti rallentamenti dovuti alla scarsità di fondi disponibili. Solo in seguito alla prima invasione russa nel 2014, sono stati progressivamente allocati i finanziamenti necessari per il completamento del programma. Nel 2016 venne annunciato che sarebbero state sviluppate tre varianti del missile per tutti i domini operativi, terrestre, navale ed aereo. Tuttavia, alla vigilia del conflitto solo la variante antinave risultava entrata in servizio.
Allo scoppio della guerra, le forze armate ucraine hanno impiegato per la prima volta tali sistemi missilistici. Il primo utilizzo si è tuttavia rivelato fallimentare a causa di alcuni difetti dei vettori dovuti con tutta probabilità ad un sabotaggio. Dopo aver risolto tali problematiche, la marina ucraina ha utilizzato con grande successo i vettori Neptune per affondare l’incrociatore Moskva, nave ammiraglia della Flotta Russa del Mar Nero. A partire dalla seconda metà del 2023 le forze armate di Kiev hanno iniziato ad impiegare nuove varianti del missile Neptune volte a colpire bersagli situati sul dominio terrestre. Il primo utilizzo di tale arma è stato registrato il 23 agosto del 2023, con la distruzione di alcune componenti di un sistema antiaereo russo S-400. A seguito di tale episodio le forze di Kiev hanno iniziato ad impiegare i vari sistemi missilistici Neptune in numerose azioni militari differenti con crescente successo.
Colpire in profondità
Durante il conflitto uno dei principi impedimenti per le forze armate ucraine è risultato essere il divieto imposto dalle nazioni occidentali all’impiego di sistemi d’arma di propria produzione per colpire in profondità il territorio russo. Ciò ha impedito a Kiev di colpire numerosi obbiettivi strategici situati entro il raggio d’azione dei sistemi missilistici occidentali. La produzione del “Long Neptune”, il cui raggio d’azione risulta essere due volte superiore al Taurus tedesco, rappresenta un forte incremento nelle capacità militari ucraine, il quale renderà le forze di Kiev in grado di colpire numerosi obbiettivi quali basi militari, depositi e fabbriche situati in profondità nel territorio russo. Sinora tali operazioni sono state condotte mediante l’impiego di droni kamikaze a lungo raggio, tuttavia, tali sistemi presentano ovviamente capacità distruttive inferiori dovute alle ridotte dimensioni della testata. Lo sviluppo di sistemi missilistici a lungo raggio ucraino consentirà di infliggere danni maggiormente significativi, nonché di integrare potenzialmente i due sistemi. L’esercito ucraino potrebbe impiegare i droni kamikaze per saturare le difese russe proteggendo il vettore missilistico, o in alternativa impiegare i droni per colpire obbiettivi di dimensioni ridotte e concentrare i missili sui bersagli più importanti.
Il divieto di impiego di sistemi a lungo raggio occidentali sul territorio russo ha consentito a Mosca di impiegare l’immane territorio del Bassopiano Sarmatico per concentrare asset e produrre elevate quantità di sistemi d’arma in un territorio relativamente prossimo geograficamente all’Ucraina. Una produzione in serie di sistemi a lungo raggio da parte dell’Ucraina potrebbe cambiare tale paradigma, obbligando la Federazione Russa a disperdere i propri asset, o a rilocare la produzione in zone più lontane del paese, rallentando lo sforzo bellico.
L’arsenale d’Europa
L’industria della difesa ucraina è stata soggetta a decenni di trascuratezza in seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Dopo glii eventi del 2014 essa ha conosciuto un rapido sviluppo nella produzione di componentistica e nuovi sistemi d’arma il cui completo ciclo di produzione avviene nel Paese. Dopo una prima fase di guerra di movimento, il conflitto russo ucraino ha assunto la configurazione di una guerra d’attrito, dove l’output della produzione industriale risulta decisivo. Di fronte alla carenza di sistemi a lungo raggio e di una generale incapacità delle nazioni occidentali di raggiungere un livello di produzione adeguato al conflitto, l’Ucraina ha investito nella formazione di un’industria della difesa autosufficiente. Tale processo ha visto una drammatica accelerazione tra il 2023 e il 2024, quando Kiev si è rivelata in grado di portare la propria produzione di munizioni di mortaio e d’artiglieria da 152 e 155 mm ad un totale di 2.5 milioni e la propria produzione di missili ad un totale di circa 10 unita mensili.
Il conflitto russo ucraino è ora entrato in una nuova fase, dove le parti in campo stanno progressivamente avviando negoziati per porre fine alle ostilità. In tal senso, il principale interessi di Kiev risulta la prevenzione di una nuova invasione.
La realizzazione di tale intento necessiterà non solo di garanzie internazionali, ma anche del conseguimento di capacita militari atte a dissuadere la Federazione Russa da intenti ostili. La formazione di una possente industria della difesa, rappresenta un importante passo in tale direzione.
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