Mille droni killer dagli Usa: la mossa che inguaia la Cina

L’esercito taiwanese ha firmato due contratti con l’American Institute di Taiwan dal valore complessivo di 163,9 milioni di dollari. Taipei acquisterà 685 droni Switchblade 300 e 291 Altius 600M-V

Mille droni killer dagli Usa: la mossa che inguaia la Cina
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Terminate le ultime (maxi) esercitazioni cinesi, Taiwan ha tirato un sospiro di sollievo. Certo, il ministero della Difesa di Taipei ha annunciato l’avvistamento di 22 aerei e cinque navi da guerra di Pechino attorno all’isola, ma una simile presenza è pressoché irrisoria rispetto ai 156 velivoli e alle 126 imbarcazioni mobilitate nei giorni scorsi dal Dragone per le operazioni Joint Sword 2024B. Nel frattempo, e in vista di ulteriori minacce, il governo taiwanese ha accettato di acquistare quasi mille droni killer statunitensi. Le autorità taiwanesi hanno firmato accordi con l’ambasciata de facto di Washington a Taipei inerenti all’acquisto di nuove armi di difesa, rafforzando così le capacità di guerra asimmetrica nel contesto delle crescenti tensioni tra le due sponde dello Stretto.

Nuovi droni per Taiwan

L'annuncio è arrivato nel day after delle esercitazioni cinesi Joint Sword 2024B. Secondo quanto riferito dal South China Morning Post, l’esercito taiwanese ha firmato due contratti con l’American Institute di Taiwan, come detto l’ambasciata de facto di Washington a Taipei. I contratti, che hanno un valore complessivo di 163,9 milioni di dollari, prevedono l'acquisizione di due tipi di droni suicidi da parte di Taiwan: 685 Uav Switchblade 300, progettati per attacchi al personale, e 291 droni da attacco anticarro Altius 600M-V. La consegna dei droni Switchblade è prevista entro la fine di novembre 2029, mentre quella dei droni Altius entro la fine del 2027.

Nei contratti si fa presente che i droni saranno impiegati in posizioni strategiche chiave, tra cui Taoyuan nel nord dell'isola, Taichung nella parte centrale di Taiwan, Kaohsiung nel sud e Hualien a est. Sia il sistema Switchblade che quello Altius sono classificati come munizioni vaganti, progettate per pattugliare un'area bersaglio e colpire quando viene identificato un bersaglio.

Secca la replica della Cina, secondo cui il Partito progressista democratico (Dpp) al potere a Taiwan ha sperperato i soldi "guadagnati duramente" dalla popolazione per acquistare armi dagli Stati Uniti. Il portavoce del ministero della Difesa cinese, Wu Qian, ha dichiarato che il Dpp ha acquistato "spazzatura che avvantaggia solo funzionari corrotti e trafficanti di armi". L’alto funzionario ha quindi ribadito che "la ricerca dell'indipendenza da parte di Taiwan non porterà a nulla" e che affidarsi agli Stati Uniti per riuscire nello scopo porterà solo alla "distruzione".

Situazione incandescente

Nelle ultime ore la Cina ha fatto sapere che le esercitazioni condotte attorno a Taiwan sono state solo un'iniziativa finalizzata a "salvaguardare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale": le "provocazioni dei separatisti precipiteranno Taiwan nell'abisso delle calamità". Il portavoce dell'ufficio cinese per gli Affari di Taiwan, Chen Binhua, a conclusione dell'addestramento citato, ha spiegato che le manovre, che hanno coinvolto reparti della Marina, dell'Aeronautica, della Forza missilistica e dell'Esercito cinese, sono state una "una punizione decisa e un avvertimento contro Lai Ching-te per le sue persistenti fandonie sulla 'indipendenza di Taiwan'".

La Cina, che rivendica Taiwan come parte del proprio territorio, ha dispiegato il 14 ottobre reparti della Marina, dell'Esercito, dell'Aeronautica e delle Forze missilistiche in un'esercitazione congiunta attorno a Taiwan, con lo scopo di aumentare la pressione su quelli che considera "elementi separatisti".

Le manovre sono state organizzate soprattutto in risposta al discorso pronunciato da Lai, presidente dell’isola, il quale ha ribadito che le due sponde dello Stretto "non sono subordinate l'una all'altra" e che "la Cina non ha il diritto di rappresentare Taiwan".

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