"Stiamo finendo i missili da difesa area". L'allarme del Pentagono sulle scorte Usa

Gli Stati Uniti starebbero esaurendo alcune tipologie di missili per la difesa aerea in Europa e Medio Oriente sollevando dubbi sulla prontezza del Pentagono a rispondere ad un potenziale conflitto nel Pacifico

"Stiamo finendo i missili da difesa area". L'allarme del Pentagono sulle scorte Usa
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Gli Stati Uniti rischiano di ritrovarsi a secco di missili per la difesa aerea. È questo l'ultimo allarme ufficioso lanciato dal Pentagono, preoccupato che l'elevato numero di intercettori impiegati in Europa e in Medio Oriente - per colpire missili e droni iraniani e dei gruppi che sostengono Teheran, nonché dell'esercito russo - possa aver compromesso la prontezza militare di Washington nell'Asia-Pacifico. Una regione, quest'ultima, altamente strategica – ancor più delle due citate - visto che qui è localizzata la minaccia sistemica numero uno degli Usa, la Cina, e che sempre qui si trova la Corea del Nord di Kim Jong Un, un altro nemico giurato dell'America. Ebbene, questa carenza potrebbe diventare ancora più urgente nel caso in cui l'Iran, nel corso dei prossimi giorni, dovesse incrementare il numero di attacchi verso Israele.

La preoccupazione del Pentagono

I missili Standard, solitamente lanciati da navi e disponibili in vari tipi, sono tra gli intercettori più comuni utilizzati dagli Stati Uniti per difendere il territorio israeliano dagli attacchi missilistici iraniani, e sono essenziali per fermare gli attacchi degli Houthi alle navi occidentali nel Mar Rosso. Come ha sottolineato il Wall Street Journal, che ha parlato per primo delle preoccupazioni del Pentagono, gli Usa hanno lanciato più di 100 missili Standard dall'attacco di Hamas a Israele nell'ottobre 2023.

"Nel corso dell'ultimo anno il Dipartimento della Difesa ha aumentato la nostra posizione di forza nella regione per proteggere le forze statunitensi e supportare la difesa di Israele, tenendo sempre conto della prontezza e delle scorte degli Stati Uniti", ha affermato la portavoce del Pentagono Sabrina Singh. L'uso massiccio della limitata scorta di missili intercettori sta però sollevando preoccupazioni sulla capacità degli Usa e dei suoi alleati di tenere il passo con l'inaspettata, elevata, domanda creata dalle guerre in Medio Oriente e in Ucraina. In particolare, il Pentagono teme di poter esaurire il suo inventario più velocemente di quanto riesca a sostituirlo, lasciando gli Stati Uniti vulnerabili in un potenziale conflitto nel Pacifico.

Missili in esaurimento?

"Gli Stati Uniti non hanno sviluppato una base industriale di difesa destinata a una guerra di logoramento su larga scala in corso sia in Europa che in Medio Oriente, pur rispettando i propri standard di prontezza", ha dichiarato Elias Yousif, vicedirettore del Conventional Defense Program presso lo Stimson Center di Washington. I due conflitti non erano preventivati. Non solo: l'aumento della produzione di armi si è rivelato più complicato del previsto, perché un processo del genere spesso richiede che le aziende aprano nuove linee di produzione, espandano gli stabilimenti e assumano lavoratori aggiuntivi. Queste stesse aziende sono tuttavia riluttanti a investire in tale espansione senza prima avere certezze dal Pentagono.

Negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno accumulato scorte di intercettori, ma in un solo mese di conflitto in Medio Oriente hanno lanciato decine di missili e la loro capacità produttiva non riesce a tenere il passo.

Basti pensare che RTX, produttore dei missili Standard, può produrne al massimo qualche centinaio all'anno, ma non tutta questa produzione è destinata al il Pentagono (ci sono anche i partner Usa che in lista per acquistarli). E non è un problema da poco, considerando le recenti tensioni che stanno scuotendo l'Asia. Dove il braccio di ferro militare tra Washington e Pechino sta diventando sempre più visibile.

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