Due sedi sono troppe L’Ue se ne accorge ora: spreco da 250 milioni

Transumanza fra Bruxelles e Strasburgo, l’aula vota lo stop Comi (Pdl): "Una settimana al mese ci spostiamo in migliaia"

Due sedi sono troppe  L’Ue se ne accorge ora:  spreco da 250 milioni

Basta con gli sprechi. Vale, nel suo piccolo, per l’Italia. Non si vede perché non debba essere un principio cardine anche per l’Europa. Eppure la Ue si permette ancora un lusso d’altri tempi: due capitali. «È una specie di manicomio che non sopportiamo più», dice al Giornale l’eurodeputata Lara Comi. «Provi a immaginare le spese, lo stress e il caos se governo e Camere si trasferissero una settimana al mese da Roma a Milano». È esattamente quel che succede con la navetta Bruxelles-Strasburgo. «La Commissione, noi parlamentari, le segreterie e pure le carte - riprende la Comi - prendono la strada del Reno e vanno in Francia. Una situazione insostenibile. Una transumanza che coinvolge migliaia di persone».

Uno scherzetto, giustificato dalla grandeur francese, che costa al contribuente una cifra spaventosa: 250 milioni di euro ogni dodici mesi. Un bagno di sangue, ancor più inconcepibile in un’epoca in cui si impone la logica del rigore e un Paese della Ue, la Grecia, lotta letteralmente per sopravvivere.

Così il Parlamento si è messo una mano sulla coscienza e ha votato un emendamento ammazzacapitale. Da due a una, senza doppioni, senza pendolari e senza spese faraoniche. Naturalmente la politica è la politica, a Roma come a Bruxelles, e così il testo votato e approvato non dice quale città dev’essere retrocessa. Ma tutti sanno che se si dovesse fare sul serio il destino di Strasburgo è segnato. «Io - riprende la Comi - credo che ventisei Paesi su ventisette siano d’accordo nel concentrare e razionalizzare tutte le attività in Belgio, dove fra l’altro hanno sede tutte le associazioni. Solo la Francia non ne vuol sapere e il problema è acuito dalle imminenti elezioni presidenziali». Ma anche l’Eliseo dovrà rinunciare ad un pezzo di grandeur. Continuare col vecchio sistema sarebbe follia pura. Secondo i conteggi del periodico il Duemila la staffetta pesava sull’eurocontribuente per 119 milioni di euro con la vecchia Ue. Poi con l’allargamento, nel 2001, la zavorra è cresciuta fino alla cifra monstre di 250 milioni. «Fra l’altro - aggiunge la Comi - Bruxelles ha strutture adeguate alla Ue di oggi, Strasburgo no». Così alle spese si aggiungono i disagi e la perdita di tempo per le sessioni plenarie che si svolgono a Strasburgo.

Ora però il Parlamento, alle prese con gli orientamenti per il bilancio 2013, prova a fare sul serio e approva l’emendamento proposto da una quarantina di parlamentari di vari Paesi, in testa Claudio Morganti della Lega Nord. Non solo: a dare spessore all’iniziativa ci ha pensato il neo presidente del Parlamento Martin Schulz che si è schierato a favore dei tagli. Insomma, l’Europa impugna le forbici: l’emendamento Morganti correda la risoluzione scritta dal socialdemocratico inglese Derek Vaughan, pure approvata, che chiede di congelare il bilancio dell’Europarlamento per il 2013. E questo anche se i costi saliranno, perché il primo luglio 2013 la Croazia farà il suo ingresso nella Ue. «È importante dimostrare che stiamo facendo la nostra parte - ha spiegato Vaughan - cercando di risparmiare». La relazione punta poi il dito contro «inefficienze e sovrapposizioni».

Parole che impallidiscono davanti a quel che succede sull’asse Bruxelles-Strasburgo. Sarkozy, il cui trono vacilla, tenterà di tutto per non far celebrare il funerale di Strasburgo. Ma l’Europa ha fretta. E un faccia da difendere, nei giorni dei sacrifici.

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