E gli americani per festeggiare il Mondiale inventano l'hamburger di leone

Un ristorante in Arizona lo propone a 21 dollari ai «clienti più avventurosi». La carne proviene da un allevamento dell'Illinois ed è legale, ma gli animalisti minacciano di far esplodere il locale. È l'inversione completa della catena alimentare

TRA FESTA E VENDETTA. D'accordo, gli Stati Uniti si sono qualificati per gli ottavi del Mondiale, passando come primi del loro girone e sorpassando gli inglesi, inventori del «soccer». Roba grossa, se si pensa che gli americani sono gente da baseball, football e basket. Una specie di parricidio, di vendetta. Comunque un fatto storico, che merita di essere festeggiato. E dato che il teatro dell'impresa è stato il Sudafrica, perché non servire carne di leone nei fast-food statunitensi?
CATENA ALIMENTARE. La notizia, se non fosse quasi inquietante, sarebbe surreale. Il leone, apice della catena alimentare, carnivoro per antonomasia, simbolo della ferocia e della caccia, ridotto a succedaneo del bovino irlandese. Un vitellone con la criniera, polpa scelta con il pedigree. Accade in Arizona, nella cittadina di Mesa, dove al «Vinaio» - locale dal nome italianissimo - il proprietario Cameron Selogie ha infatti ordinato 10 libbre di carne di leone per servire dei gustosi hamburger dal sapore felino.
ALL'AVVENTURA. «Ho pensato di offrire un'esperienza ai nostri clienti più avventurosi», ha spiegato Selogie. Che ha anche rivelato come gli siano già giunte 250 email di minaccia da parte di ambientalisti. Ma lui rispedisce al mittente ogni accusa, forte del fatto che il consumo di carne esotica è legale negli Usa. Inoltre, assicura che la carne proviene da un allevamento dell'Illinois, non da battute di caccia nel Serengeti. Differenza sottile, ma che secondo mister Selogie dovrebbe placare gli animalisti: «Mi sono personalmente sincerato che gli animali vengano trattati bene nell'allevamento».
CONTROSENSO. Gli hamburger di leone, che costano 21 dollari l'uno e sono serviti con contorno di patatine e mais, hanno sicuramente fatto una gran pubblicità al locale, al di là dell'effettivo consumo. Pare infatti che ne siano serviti una quindicina al giorno.

Al contrario, si sta levando forte la protesta anche della gente comune, scandalizzata dal fatto che - mentre nel Golfo del Messico si lotta per salvare cormorani e pellicani - in Arizona c'è chi macina il re della foresta per farlo finire in un panino al sesamo: «Nessuno durante i mondiali di Usa '94 - protesta un blogger - ha proposto hamburger di aquila dalla testa bianca, il nostro animale nazionale».

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