Vancouver - Nel 2005 veniva presentato così lo Sliding Centre di Whistler, l’impianto dove ha perso la vita lo slittinista georgiano Norad Kumaritashvili. Cinque anni fa i vertici della Stantec, la compagnia di Vancouver che ha realizzato l’opera, gonfiavano il petto: "Sarà la pista più difficile del mondo", diceva il project manager Lorenz Kosichek. Le dichiarazioni, riproposte dal quotidiano Vancouver Sun, assumono un significato diverso dopo la morte dell'atleta georgiano, Nodar Kumaritashvili.
L'inchiesta ufficiale Sul sito ufficiale della società, lo Sliding Centre è esibito come uno dei fiori all’occhiello: "Diventerà un punto di riferimento mondiale per le discipline, consentendo l’utilizzo dell’impianto durante tutto l’anno per lo sviluppo dello sport nel British Columbia". L’inchiesta ufficiale condotta dalla Federazione internazionale dello slittino (FIL) e dal Comitato organizzatore dei Giochi (Vanoc) in effetti ha ’assoltò la pista. La tragedia è stata provocata da un errore dell’atleta, che non è riuscito a correggere la traiettoria ed ha perso il controllo dell’attrezzo nella fatale curva 16. La versione ufficiale, però, cozza con alcune dichiarazioni del tedesco Jospeh Fendt, presidente della FIL. "La pista è troppo veloce - riporta il quotidiano britannico Daily Telegraph - avevamo pianificato che la velocità massima fosse di 137 km orari. Invece, è superiore di quasi 20 km. Pensiamo che ci sia un errore di progettazione".
La realizzazione dell'impianto Dopo il tragico incidente di Kumaritashvili, Kosichek dichiara che è "troppo presto" per esprimere giudizi. "Non risponderò ora a domande per telefono. È troppo presto per ogni discussione sull’argomento", dice. L’impianto è stato realizzato seguendo i modelli creati dall’ingegnere tedesco Udo Gurgel, il ’padrè delle piste olimpiche realizzate per i Giochi di Nagano 1998, Salt Lake City 2002 e Torino 2006. A Whistler, dopo il dramma, per evitare un nuovo episodio "così eccezionale" sono state alzate le protezioni ed è stato modificato il profilo del ghiaccio. Errore o no, Kumaritashvili ha toccato una velocità che il Vancouver Sun indica in 144,3 km orari. Un altro atleta, l’austriaco Manuel Pfister, avrebbe toccato addirittura i 154 km. Adesso si discute anche del dislivello tra partenza e arrivo: tra lo start e il traguardo doveva essere di 149 metri, sarebbe di 152. Tornano d’attualità le preoccupazioni legate alle curve più strette, collocate nella parte bassa del tracciato dove lo slittino accelera verso il rush finale.
Le testimonianze degli atleti "La prima volta che ho provato la pista, ho pensato che qualcuno si sarebbe ammazzato", ha detto lo statunitense Tony Benshoof alla NBC. Una delle curve è stata addirittura soprannominata ’50/50’: perfetto equilibrio tra la possibilità di superarla indenne e di incappare in un incidente.
I più tranquilli sono gli atleti canadesi, che hanno avuto la possibilità di prendere confidenza con il tracciato in oltre 300 discese. Per gli altri, invece, solo 40 prove. A Sochi, nei Giochi invernali nel 2014, la situazione dovrà cambiare: i progettisti sono stati già avvertiti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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