Chiunque avesse sperato in un rasserenamento nei rapporti tra i Cinque Stelle e i media, si ritrova sbattuto in faccia il comunicato firmato da Daniele Martinelli e Claudio Messora, consulenti per la comunicazione dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle, che annunciano il silenzio stampa dei pentastellati. Nulla di cui stupirsi. I "vaffa" di Beppe Grillo ai giornalisti, il bluff dell'intervista a Sky Tg24 e la cattiva abitudine a parlare senza mai rispondere alle domande sono state cattive avvisaglie di un movimento che predica la democrazia ma che fatica a confrontarsi con il popolo italiano.
Che si arrivasse al silenzio stampa, era nell'aria. Già ieri lo strappo della capogruppo alla Camera Roberta Lombardi aveva dell'incredibile. La grillina aveva indetto una conferenza convocandola direttamente dal blog del comico genovese. I giornalisti erano accorsi nella sala stampa di Montecitorio per ascoltare, prendere appunti e, ovviamente, fare domande. Ma la partecipazione dei media è stata passiva. Perché la capogruppo dei Cinque Stelle, dopo aver ripetuto più volte che "i cittadini hanno fame di trasparenza", si è sottratta, insieme ai candidati del M5S all’ufficio di presidenza, alle domande dei cronisti. Finita la "comunicazione" si sono tutti alzati e la Lombardi "scortata" dai commessi di Montecitorio ha raggiunto la porta declinando con fermezza ogni tentativo di interloquire: "Grazie di essere venuti, arrivederci". Che la Lombardi fosse riottosa a rispondere alle domande dei media era chiaro si dalle sue prime "uscite" pubbliche quando, scocciata, replicava ai giornalisti che cercavano di far luce sulle sibilline posizioni del movimento. Risposte piccate, con un venato tono da maestrina che ripete, cercando di non perdere la calma, la lezione agli alunni che stentano a comprenderla. Risposto evasive che dicevano quel tanto che i vertici del movimento le avevano concesso di ripetere e che tagliava fuori il contenuto reale delle risposte. Insomma, dopo aver abolito il "politichese", i grillini hanno preferito le "non risposte". Perché dover girare attorno alla questione, cercando a fatica di infiocchettarla, quando potevano fare spallucce, alzarsi con un sorriso di circostanza e lasciare le conferenze stampa senza dare una spiegazione convincente?
Nonostante i filtri, i neo eletti si sono comunque ingarbugliati, vuoi con dichiarazioni contrastanti vuoi con le prime prove di voto. Insomma, è stato un vero e proprio flop. Così sono bastate due dichiarazioni quasi gemelle per dare il medesimo annuncio. Dopo il fuoco di fila di interviste a ridosso della loro nomina, Martinelli e Messora hanno deciso di chiudere i canali di comunicazione in aperta polemica con la stampa. "Sono stato nominato consulente di un gruppo parlamentare e vengo trattato da giornali e tv come un addetto stampa che fa da megafono al movimento", ha spiegato Martinelli assicurando che, in futuro, saranno gli stessi deputati pentastellati a parlare della propria attività politica. "Il mio compito è solo quello di ottimizzare la loro comunicazione - ha continuato - la mia comunicazione, è personale. Non è quella del movimento". Messora ha usato contenuti e toni analoghi per tracciare una netta linea di demarcazione con la stampa. "La macchina del fango è entrata subito in azione - ha tuonato dalla sua pagina Facebook - in mancanza di una ben precisa notizia di crimine da addebitare, sono passati alla diffamazione creativa". Poi la stoccata finale: "I giornalisti onesti dovrebbero iniziare una guerra di liberazione da questi pseudo-omuncoli che sputtanano tutta la categoria". Tanti giri di parole per dire che i consulenti per la comunicazione del M5S, voluti da Grillo e Casaleggio, si chiuderanno in silenzio stampa.
"Se il Movimento Cinque Stelle non parla con nessuno (e d’ora in poi neppure io) - annuncia lo stesso consulente grillino per la comunicazione del gruppo al Senato - è solo colpa loro". Non si sa per quanto, non si sa in che termini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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