Ecco perché l'avvocato ha abbandonato la difesa di Bossetti

In un comunicato Silvia Gazzetti parla di "posizioni inconciliabili" con l'altro penalista. E dà l'addio al carpentiere accusato dell'omicidio di Yara.

Ecco perché l'avvocato ha abbandonato la difesa di Bossetti

"Posizioni inconciliabili". E' una rottura definitiva quella che si consuma nel collegio difensivo di Massimo Bossetti, il carpentiere accusato di aver ucciso la sera del 26 novembre 2010 Yara Gambirasio. Silvia Gazzetti affida ad un comunicato il suo addio e parla di "posizioni inconciliabili". Poi aggiunge che "appare ragionevole ritenere non più sussistenti le condizioni idonee a proseguire oltre lo svolgimento di un efficace, proficuo e sereno patrocinio difensivo". Insomma, la strada è sbarrata e Gazzetti decide di sfilarsi. Con ogni probabilità l'avvocato era giunto alla conclusione che Bossetti dovesse smussare la linea difensiva sin qui tenuta, da una cella, linea che si basa su concetto solo: negare qualunque responsabilità in questa storia. E però è lecito chiedersi se questa impostazione abbia qualche possibilità di successo, visto il quadro indiziario costruito in questi mesi. Ad inchiodare Bossetti c'è il dna, ritenuto dalla procura di Bergamo un elemento schiacciante.

Ma non solo: i carabinieri hanno anche accertato che il furgone di Bossetti era davanti alla palestra di Brembate di Sopra alle 18.01 del 26 novembre 2010. Insomma, proprio nei minuti in cui maturava il sequestro della ragazza e Yara scompariva. Con ogni probabilità l'avvocato aveva in mente una strategia diversa. Ora Salvagni farà tutto da solo.

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