Ecco la prova che Prodi aumenterà le tasse

da Roma

Dalle colonne di Famiglia Cristiana, Romano Prodi annuncia: ridurremo le tasse, ma solo la stabilizzazione dei proventi dell’evasione fiscale. E se la prende con la Chiesa che non invita i parroci a fare omelie domenicali contro l’evasione tributaria. «Quando la lotta all’evasione si sarà stabilizzata - assicura il presidente del Consiglio in un’intervista al giornale cattolico - metteremo in atto un’altrettanto stabile diminuzione delle imposte». Ed aggiunge: «non sono uno scialacquone. Lo farò al momento giusto, non voglio che la comunità internazionale ci metta di nuovo in difficoltà».
Nella stessa intervista il premier ribadisce: non ho nessuna intenzione di lasciare. «Mi farò da parte nel 2011».
Il Documento di programmazione economica e finanziaria (che delinea il profilo della finanza pubblica fino al 2011), approvato definitivamente dalla Camera, prefigura un profilo diverso. Non foss’altro sotto l’aspetto fiscale. A pag. 19, il Dpef pubblica una tabella sul quadro della finanza pubblica a legislazione vigente, cioè senza interventi di manovra correttiva. La tabella annuncia che fra il 2007 ed il 2011 (l’anno della fine della legislatura) le entrate tributarie passeranno da 468 a 514 miliardi di euro. Con un aumento di 62 miliardi, pari a quasi il 14%.
L’incremento è dovuto sia alla dinamica delle entrate conseguente alla crescita del pil sia alle misure fiscali attualmente in atto. Quindi non comprende - per definizione - le eventuali misure antievasioni che il governo potrà introdurre nel resto della legislatura. Misure propedeutiche - come dice il premier - a reperire risorse per ridurre le tasse.
Dal Dpef, insomma, la promessa di Prodi di ridurre il peso fiscale sui cittadini non emerge. Se non altro in termini assoluti: la pressione fiscale infatti rallenta leggermente soltanto grazie all’andamento della crescita.
Così, proprio perché nel Dpef il quadro fiscale indica un aumento di 62 miliardi del gettito fiscale entro la fine della legislatura, Prodi lancia un appello alla Chiesa. «Perché quando vado a Messa questo tema (quello dell’evasione fiscale, ndr), che pure ha una forte carica etica, non è quasi mai toccato nelle omelie? È possibile che su 40 milioni di contribuenti siano solo 300 mila quelli che dichiarano più di 100 mila euro all’anno? Ma, detto questo, contesto con forza che il mio governo sia, come dice l’opposizione, “oppressivo”». In realtà, il miglioramento dei conti Inps arriva - come ricorda un comunicato dell’ente previdenziale - grazie al forte aumento dei contributi. E Paolo Bonaiuti, per Forza Italia, ribadisce: Prodi è un professionista delle bugie. «Si impegnò a non aumentare le tasse e quando è arrivato al governo le ha gonfiate da scontentare tutti. Quando dice che vuole ridurre le tasse è falso».
E sull’invito alle prediche domenicali contro l’evasione fiscale, monsignor Domenico Calcagno respinge che la Chiesa non abbia fatto la propria parte: «La Chiesa si è più volte occupata di questo tema. Pagare le tasse è un dovere che riguarda la responsabilità civile di ognuno, a cui anche la Chiesa non si è sottratta attraverso l’Istituto per il sostentamento al clero.

Istituto che opera da sostituto d’imposta per tutti i preti che operano in Italia».
Anche se Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto confida: «Non mi è mai capitato che qualcuno si sia confessato per non aver pagato le tasse».

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