Roma - Si scaldano le piazze. C'è voglia di scontro, quello di classe contro il padrone che opprime. Prudono le mani e fremono gli hooligan della sinistra che, in questa estate, non è andata in vacanza nemmeno nella settimana che precede il Ferragosto. Mentre il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi chiede responsabilità e unità per riuscire a portare a casa un piano anti crisi il più possibile condiviso, la sinistra (parlamentare e non) si prepara alla mobilitazione generale.
"E' giunta l’ora di mobilitare le migliori forze del Paese per cacciare Berlusconi e voltare pagina". Il leader di Sel, Nichi Vendola, non è l'unico a voler riempire le piazze per protestare contro il governo. C'è una certa sinistra che scalpita e se ne infischia della crisi. L'idologia prima del senso civico. Anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, di solito prudente e misurato, ha scelto toni drammatici per contrastare i veti incrociati di maggioranza e opposizione: "In pochi giorni tutto è precipitato". Davanti a una ammissione di questo tipo verrebbe da rimboccarsi le maniche e mettersi sotto al lavoro per riacciuffare il Paese e tirarlo fuori dal pantano di una crisi che, ogni giorno, manda in fumo svariati milioni di euro di capitalizzazione. La situazione è tutt'altro che leggera: il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha spiegato con estrema chiarezza che la manovra va ristrutturata, i capi di Stato dell'Eurozona affrontano una crisi che non si erano aspettati, la Banca centrale europea è in costante contatto coi governi per coordinare una strategia comune
E la sinistra italiana? Lavora contro.
Come un disco rotto, il leader pd Pier Luigi Bersani chiede in continuazione le dimissioni di Berlusconi da presidente del Consiglio. L'Idv di Antonio Di Pietro non è da meno. Mentre le parti sociali collaborano col governo per concertare le misure anti crisi, la leader Cgil Susanna Camusso ha già minacciato una mobilitazione generale. In piena tempesta, anziché rimboccarsi le maniche, il sindacato "duro e puro" minaccia di paralizzare il Paese. Tornano alla mente le immagini del parlamento ateniese che, in pieno rischio default, doveva fronteggiare da una parte l'assalto della speculazione e dall'altra le rivolte di piazza. Sollevazione popolare a cui guarda con speranza anche il governatore pugliese che, da qualche mese, fomenta gli animi minacciando per settembre una manifestazione per attaccare il governo. "L’idea di spolpare il salario dei lavoratori pubblici, già stremati dal caro-vita e dal taglio feroce operato al welfare, l’idea della libertà di licenziare, l’idea di colpire sempre e comunque i ceti medio-bassi - ha spiegato Vendola - sono le uniche idee chiare di questo governo, che fino ad ieri ha negato la crisi. Ma sono anche delle provocazioni che vanno respinte con durezza".
Come già la Camusso, anche Vendola vuole la piazza: "Un governo impresentabile ha portato l’Italia verso il declino e la decrescita. Ora corriamo verso un futuro buio fatto di precarietà e povertà".
Per questo, a detta del leader del Sel, è "giunta l’ora di mobilitare le migliori forze del Paese per cacciare Berlusconi e voltare pagina". Per voltare pagina, la sinistra è disposta anche alla "rivolta sociale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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