Ecco la (solita) beffa con l'avvio dei saldi. "Non ancora partiti, ma sono già iniziati"

Meghnagi (Confcommercio): "Al via sabato ufficialmente, ma chi aspetta?"

Ecco la (solita) beffa con l'avvio dei saldi. "Non ancora partiti, ma sono già iniziati"
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Ufficialmente partono sabato prossimo. Ma già da giorni basta mettere piede in un qualsiasi negozio, per essere avvicinati dai commessi che avvisano degli sconti già attivi. «Sarebbero dovuti partire il 27 dicembre, subito dopo Natale, perché sia i negozi on line che quelli fisici fanno già i saldi. Tutti e spudoratamente ormai, anche con i cartelli. E i piccoli sono costretti ad adeguarsi», conferma Gabriel Meghnagi, vicepresidente di Confcommercio Milano. Da anni ormai ripete, tradizione nella tradizione, stagione dietro stagione, che le date devono cambiare. Non ha senso - dice - iniziare il 4 gennaio («ma chi compra una settimana prima senza sconto?») e neanche finire 60 giorni dopo, il 2 marzo («ma chi compra più roba invernale?»). Conclusione: «Dal 27 dicembre al 3 gennaio o fai i saldi o guardi il soffitto», ironizza Meghnagi. La spesa per ogni famiglia si aggirerà sui 350/400 euro, «più o meno come l'anno scorso, ma la maggior parte saranno spesi nei pre-saldi», il 4 gennaio i soldi a disposizione saranno già finiti. Per Milano poi c'è la variante-turisti. Durante le feste di Natale la città è meta di arrivi, specie dall'estero anche per fare shopping. «Ma il turista non resta certo fino al 4 gennaio per attendere l'avvio degli sconti». Ai negozi più grossi non fa paura neanche lo spauracchio della sanzione: nel bilancio finale i mille euro e spiccioli eventualmente sottratti alla voce «entrate» non pesano. Ai piccoli non resta che adeguarsi, poi le sanzioni non sembrano poi così frequenti. La previsione è che comunque i saldi andranno bene. Come già sono andati bene questi ultimi sei mesi. «La stagione estiva non era andata benissimo, ma abbiamo recuperato nell'autunno-inverno che si è chiuso con un 7-8% in più rispetto all'anno precedente - spiega Meghnagi - Possiamo dire che è tornata una certa voglia di shopping. E possiamo anche dire che per quanto riguarda l'abbigliamento e le calzature, è tornata la voglia di fare acquisti nei negozi fisici rispetto all'on line. È una tendenza che si era già intravista in estate, ma con l'inverno è stata evidente. Nessuno compra un pantalone a 200 euro su un tablet o un cappotto a 400 euro su internet. E credo proseguirà ancora». Non solo. «C'è un'altra cosa molto positiva che ha spinto gli acquisti. Ed è un aumento dei consumatori che utilizzano Scalapay, paghi con la carta e senza costi aggiuntivi si diluisce il pagamento in tre rate. C'è un leggero costo per il negoziante che però incassa subito e c'è maggiore disponibilità ad acquistare più di un capo con il pagamento dilazionato». I saldi secondo lui, si assesteranno sul 30% «che è lo sconto giusto. Dopo una quindicina di giorni, intorno al 18-19 gennaio, quando non ci saranno più tutte le misure, ci sarà il secondo ribasso al 40 o 50%». Ma tanto finirà tutto molto presto, perché «non è rimasto molto» specie ovviamente nelle vie centrali e semicentrali. «Sa che le dico? Io lascerei la libertà di decidere. Per i saldi, così come per le chiusure festive. Non si può obbligare a stare aperti, a stare chiusi. A fare gli sconti o non farli. Bisogna lasciare la libertà di decidere della propria vita, del proprio lavoro, della propria economia aziendale». E a proposito di libertà, sul nuovo divieto di fumo all'aperto deciso dal Comune di Milano Meghnagi non risparmia critiche.

«Sono un non fumatore ma non mi vengano a dire che l'aumento del Pm10 dipenda dalle sigarette quando in corso Buenos Aires ci sono code di auto perenni per i cantieri e le piste ciclabili». E non trattiene ironie: «Si ricorda quando volevano vietare di mangiare gelato in strada? Ora è la volta delle sigarette forse un giorno arriveranno a vietare anche il lecca lecca...»

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