"Commercio mondiale in recessione". Le manovre delle banche centrali hanno fallito

Il commercio in tutto il pianeta è in recessione. La crisi del mercato cinese e le politiche delle banche centrali rischiano di frenare la crescita del pianeta

"Commercio mondiale in recessione". Le manovre delle banche centrali hanno fallito
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L'economia mondiale sta viaggiando in senso contrario alla crescita. Le politiche delle banche centrali, compresa quella europea, stanno diventando una zavorra per i Paesi, dove l'economia ristagna o, nei casi peggiori, recedono. Per il commercio mondiale, infatti, è stata accertata una recessione dello 0.7% nei primi sei mesi dell'anno. Negli Stati Uniti non va meglio che in Europa e la crisi del mercato cinese rischia di travolgere l'intero pianeta. Un effetto domino con effetti da gravi a gravissimi per molti Paesi, contro il quale per il momento non si trova una soluzione.

L'economia globale è in crisi ma non lo si scopre oggi. Negli Stati Uniti i tassi di interesse sono in continua ascesa, in Germania grandi catene del commercio al dettaglio stanno fallendo e per di più sta per esplodere la bolla immobiliare cinese. "Le insolvenze delle imprese sono in aumento ovunque; hanno già superato il livello del 2019 nel Regno Unito, in Canada e in Svezia", ha dichiarato a Le Monde Bruno de Moura Fernandes, economista di Coface.

Ma cosa è successo nel mondo in questo 2023? Probabilmente all'inizio dell'anno c'è stata una ventata di eccessivo ottimismo nel Vecchio Continente, dove le preoccupazioni legate ai rifornimenti di energia dalla Russia si erano piuttosto allentate. Erano stati previsti tassi di crescita piuttosto incoraggianti, che però non si sono verificati e se c'era stato un buon primo semestre in area euro, è probabile che il secondo sia peggio delle aspettative. "Niente di veramente catastrofico. Ma le prospettive sono fosche e l'economia dovrebbe mostrare una persistente debolezza nella seconda metà dell'anno", rassicura Charles-Henri Colombier, economista di Rexecode. Riccardo Marcelli Fabiani, di Oxford Economics, a Le Monde spiega dove nasce gran parte del problema: "L'inasprimento della politica monetaria comincia a pesare sull'attività: il costo del credito sta aumentando, soprattutto per le imprese".

Nell'Eurozona, grazie al turismo, si è registrata una crescita di 0.3 punti percentuali ma nella seconda parte questo apporto non ci sarà, quindi i Paesi dovranno farne a meno. C'è di buono che a livello macroeconomico l'inflazione è tornata al 6% a luglio, dopo essere arrivata al 10% a gennaio e l'occupazione potrebbe migliorare ma l'ombra del ritorno delle regole di bilancio a gennaio 2024 costringeranno i Paesi a ridimensionare gli aiuti economici e questo rallenterà ulteriormente l'industria.

Se a tutto questo si aggiunge, appunto, la crisi del mercato cinese, che dal settore immobiliare rischia di estendersi a tutti i comparti, coinvolgendo pertanto i partner europei, il panorama per i prossimi mesi è tutt'altro che roseo.

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