Quando la scienza economica è uscita dalle originali mura domestiche e ha cercato di spiegare, oltre al buon governo della casa, anche quello degli Stati, ha coniato il concetto di «homo oeconomicus», un superuomo onnisciente e razionale che prende le sue decisioni esclusivamente sulla base di freddi calcoli. Tuttavia ieri l’Accademia Reale delle Scienze di Svezia ha assestato un colpo a questo mito, assegnando il premio Nobel per l’economia all’americano Richard H. Thaler. Nato nel New Jersey nel 1945, professore alla Booth School of Business di Chicago, Thaler è uno dei fondatori della scuola comportamentale e non è il primo degli eretici anti razionalismo a essere premiato con il Nobel: anche Robert Shiller, esponente della stessa scuola comportamentale, vinse il riconoscimento quattro anni fa, confermando la crescente attenzione dell’Accademia verso teorie economiche che cercano di integrare la visione classica, parziale e irreale, di un uomo-robot. «Indagando le conseguenze di una razionalità limitata, di preferenze sociali e della mancanza di auto controllo, Thaler ha mostrato come queste caratteristiche dell’essere umano impattino le decisioni individuali e gli equilibri di mercato», è la motivazione che ha accompagnato l’assegnazione del premio. Una delle teorie sviluppate da Thaler, assieme al collega Cass Sustein, è quella della nudge theory, la teoria della spintarella, secondo cui lo Stato, con incentivi e interventi dedicati, potrebbe favorire determinati comportamenti dei singoli. I quali, lasciati soli, opterebbero invece per scelte sub ottimali. La nudge theory, all’interno dell’ambito concettuale dell’economia comportamentale, è stata alla base di gruppi di studio promossi da Obama e dal primo ministro Cameron per ottimizzare gli interventi e le spese statali mirati a influenzare i comportamenti dei cittadini. La teoria della limitata razionalità dell’uomo è stata usata da Thaler anche nell’analisi della Brexit. Secondo il neo premio Nobel il voto è stato determinato da «scelte di pancia» che hanno condotto gli inglesi a votare a favore dell’uscita. Con ulteriori informazioni a disposizione, una nuova votazione potrebbe portare a un voto più razionale e a un ribaltamento del responso referendario.
Da cui l’auspicio, disatteso, al governo inglese di non avere tanta fretta nell’applicare l’articolo 50 del trattato di Lisbona e avviare il processo di uscita dall’Ue. Alla domanda su come avrebbe speso il premio di circa 900mila euro, Thaler ha risposto: «Il più irrazionalmente possibile». Addio scienza triste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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